Beirut accusa: «Hariri è ostaggio dei sauditi»
Adesso il presidente chiede che le dimissioni venga ad annunciargliele di persona, in faccia e non attraverso uno schermo televisivo. Perché i libanesi cominciano a sospettare che il premier Saad Hariri sia tenuto ostaggio in Arabia Saudita, da dove sei giorni fa ha proclamato in diretta di voler lasciare l’incarico. Da allora sarebbe agli arresti domiciliari e i colleghi di partito esigono che venga rimandato a Beirut «per restaurare la dignità e il rispetto verso il nostro Paese, la sovranità del Libano è stata compromessa», come spiega una fonte all’agenzia Reuters. Perfino Michel Aoun, il capo dello Stato che di Hariri è un avversario politico, pretende «di poterlo incontrare, altrimenti per me resta in carica». Il regno sunnita ha imposto le dimissioni del primo ministro come sfida all’Iran e ai suoi alleati libanesi. Sono quei leader di Hezbollah che Hariri ha accusato nel discorso da Riad di fomentare il caos in Medio Oriente aggiungendo di temere per la propria vita, il padre Rafik è stato ucciso da un’autobomba nel 2015. Alcuni diplomatici americani — sempre citati dalla Reuters — spiegano che il principe Mohammed bin Salman, l’erede al trono che guida i giochi di potere a corte, avrebbe «incoraggiato» Hariri a dichiarare le dimissioni. I sauditi sono da sempre sostenitori del premier — come i libanesi ancora lo considerano — e avevano appoggiato la nascita del suo governo dopo mesi di vuoto e incertezza. Ma pretendono che agisca con più forza contro Hezbollah, fino a disarmare i miliziani dell’organizzazione considerata terroristica dagli Stati Uniti. I parlamentari legati al movimento accusano la monarchia del Golfo di «ingerenze e interferenze», mentre da Riad arriva l’ordine ai cittadini sauditi di lasciare il Libano: non solo per paura di rappresaglie, sono i primi passi che potrebbero portare, come accaduto con il Qatar, all’embargo contro Beirut. Da alleato Hariri sembra diventato una pedina nello scontro tra i sunniti e gli sciiti per l’egemonia in Medio Oriente.
Il regno sunnita ha imposto le dimissioni del primo ministro come sfida all’Iran e ai suoi alleati libanesi