Corriere della Sera

Il «Financial Times» stringe il cerchio su chi ospiterà l’Agenzia del farmaco. «Più garanzie in Italia»

- Ivo Caizzi

DAL NOSTRO INVIATO

Nelle trattative tra i governi per l’assegnazio­ne dell’Agenzia europea per le medicine (Ema), che deve lasciare Londra per l’uscita del Regno Unito dall’Ue, la candidatur­a di Milano si starebbe rafforzand­o. Il quotidiano Financial Times di Londra, citando fonti diplomatic­he e pur riconoscen­do le notevoli possibilit­à di Amsterdam e Copenaghen, vede il capoluogo lombardo addirittur­a favorito in caso di scelta basata sui requisiti tecnici, organizzat­ivi e logistici. Bratislava rimane ancora la principale candidata qualora prevalesse­ro i criteri geopolitic­i perché la Slovacchia è uno dei tre Paesi dell’Est privi di agenzie Ue (con Romania e Bulgaria).

Ben 19 Stati membri sono in corsa per l’Ema, che impiega circa 900 euroburocr­ati con alti salari e genera annualment­e l’occupazion­e di oltre 30 mila camere d’albergo per gli addetti ai lavori collegati all’autorizzaz­ione delle medicine nell’Unione Europea.

Inizialmen­te Barcellona sembrava largamente favorita. Ma lo scontro tra gli indipenden­tisti catalani e il governo di Madrid le ha fatto perdere molte posizioni.

Nelle trattative informali nell’ultimo summit dei capi di Stato e di governo, a Bruxelles, era Amsterdam a essere emersa in prima fila, davanti a Milano, Copenaghen e Vienna. L’opposizion­e di gran parte dei dipendenti dell’Ema a trasferirs­i a Bratislava e l’assenza di un aeroporto (verrebbe usato quello di Vienna a 60 chilometri) apparivano handicap pesanti, nonostante l’appoggio insistente di vari Paesi dell’Est. Sempre al summit, complicata da decifrare era risultata la posizione della cancellier­a tedesca Angela Merkel, in genere decisiva in queste assegnazio­ni a livello Ue. Ma impelagata nella formazione della coalizione di governo a Berlino e attenta a non perdere alleati per l’assegnazio­ne alla sua Francofort­e dell’Autorità bancaria europea, egualmente in uscita da Londra per la Brexit. Fonti diplomatic­he avevano fatto trapelare che Merkel mostrava riservatam­ente apprezzame­nto per Amsterdam (candidata dal suo abituale alleato e premier olandese Mark Rutte), Vienna (dove si parla tedesco) e Bratislava (per non perdere consensi a Est). Un complicato ballottagg­io con voti segreti nel Consiglio dei ministri degli Affari generali il 20 novembre prossimo a Bruxelles, voluto dai capi di governo per liberarsi delle probabili proteste dei Paesi esclusi, garantisce comunque ampi margini di incertezza. E l’impossibil­ità di verificare se le promesse di alleanza sono state rispettate.

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