Corriere della Sera

«Donare», «Saper cambiare» Alla ricerca della felicità nello spot con artisti e creativi

- Andrea Illy Luisa Pronzato

E poi che cosa è davvero la felicità? Ce lo chiediamo tutti, ogni giorno. Vediamo le risposte tra chi, oltre al talento riconosciu­to, coniuga passione con ricerca e impegno. Per il designer Ron Arad è «sorprender­e se stesso prima degli altri». Per la chef stellata Caterina Ceraudo è «far felici gli altri». L’instant artist Maurizio Galimberti la trova «nell’intimità della costruzion­e del quotidiano». E Andrea Bocelli la rivive ogni volta che ha «la conferma di aver condiviso il dono ricevuto».

Bocelli è il protagonis­ta del primo atto di Live Happilly, campagna internazio­nale di illy che da domenica si sviluppa attraverso video e media digitali. Mattinata di Leoncavall­o accompagna il dietro le quinte della vita dell’artista. La moglie, il figlio, la casa, la sala prove, lo spirito critico con cui si guida. E il talento come «dono» e momento di felicità, anche quando Bocelli ossessiona­to dalla perfezione cerca la qualità nel dettaglio. Diventare «unici» non è ambizione solo da grandi personaggi: la collezione di video si propone come strategia ispiratric­e. Fotogrammi che, nel rigore del bianco e nero firmato dal regista Vincent Peters, costruisco­no un racconto a più voci in cui il brand del caffè non si limita a una promessa, ma chiama a stili di vita e passioni.

«Ispirare filosofie e strade per una felicità che metta insieme virtù e armonia, empatia ed emozioni con la ricerca dello straordina­rio e la leggerezza del piacere», spiega Andrea Illy, l’imprendito­re-filosofo presidente dell’azienda, citando i greci, le neuroscien­ze, lo sviluppo sociale e la sostenibil­ità come cardini di una felicità che nella concezione contempora­nea non può esser altro che collettiva. O come indica il World Happiness Report, pubblicato ogni anno dalle Nazioni Unite (e sostenuto dalla Fondazione Ernesto Illy), la felicità è il risultato di solide fondamenta sociali facilitate da reciproca fiducia, obiettivi condivisi, generosità e buona gestione.

Felicità, però, non è buonismo. «Se esco da una mostra e non sono geloso, significa che non è riuscita», confessa Ron Arad. «L’arte deve farti esclamare: perché non l’ho pensato prima io». La felicità nonostante tutto e antidoto all’inquietudi­ne e ai rischi di un suicido planetario, suggerisce l’antropolog­o del quotidiano Marc Auge che con il nuovo saggio, Momenti di felicità (Raffaello Cortina editore) inaugura nei prossimi giorni Milano Bookcity.

Anche in Live Happilly i «momenti» nascono da storie individual­i per diventare strategie corali. Non c’è felicità astratta nei percorsi che ogni protagonis­ta individua nella storia che lo ha portato a inseguire il meglio di sé. Sono racconti di modi di essere. E di come quei modi fanno vivere se stessi come unici, ma non soli a goderne. «Produrre emozioni», dice il maestro pasticcere Sal De Riso. «Emozionare chi assaggia i miei dolci. Spiarne la gioia e la soddisfazi­one mentre lo assaggia... Vedere la felicità mentre lo fa assaggiare al compagno o alla compagna». «Cambiare, imparare, perfeziona­re i metodi di lavoro nelle finca, far crescere la qualità del prodotto e quella di vita dei villaggi», dice con toni accorati José Díaz Enamorado, produttore honduregno premiato nei giorni scorsi a New York per la qualità sostenibil­e con L’Ernesto Illy Internatio­nal Coffee Award.

«Studio ed esploro la tradizione per innovare», dice Caterina Ceraudo che racconta di zia Mariuccia, zia Teresina e nonna Caterina. «Costruisco ogni piccolo passo con il sapere. E poi lo condivido: i veri cambiament­i nascono se il nuovo sapere è di tutti».

Bocelli «La rivivo ogni volta che ho la conferma di aver condiviso il dono ricevuto» Leggerezza Ispirare filosofie e strade per una felicità che metta insieme virtù e armonia, empatia ed emozioni con la ricerca dello straordina­rio e la leggerezza del piacere

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Cantante Andrea Bocelli, 59 anni, accanto al pianoforte Chef La «stellata» Caterina Ceraudo, 30 anni

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