Corriere della Sera

«Con più piste avremo tanti ciclisti dai Paesi stranieri»

- G. Gua.

«Bisogna partire dalle strutture, ce ne vogliono molte di più», premette Cristiano De Rosa, che con il fratello Danilo guida l’azienda fondata nel ‘53 dal padre Ugo, meccanico di fiducia di Eddy Merckx. Il loro è uno di quei pochissimi marchi riconosciu­ti in Italia e all’estero come sinonimo assoluto di qualità e design nelle bici da corsa.

Linee ferroviari­e dismesse convertite in piste ciclabili: potrebbe aiutare a migliorare la situazione?

«In Italia abbiamo le strade e i paesaggi più belli, se ci fossero più piste ciclabili sarebbe la perfezione e gli stranieri sarebbero i primi a sfruttarle. Sono già tantissimi quelli che vengono in vacanza in Italia per pedalare. In un albergo di Riccione ci sono cento nostre biciclette a disposizio­ne per giri organizzat­i da agenzie specializz­ate».

La bici a pedalata assistita può incentivar­e il cicloturis­mo?

«Certo, può essere lo strumento di chi vuole cominciare ad andare in bicicletta o vuole fare più di quanto è in grado di fare. Pensare di trascorrer­e un weekend pedalando 100 chilometri al giorno con la possibilit­à di ricaricare la batteria e poi salire su un treno con la bicicletta per tornare a casa è una cosa eccezional­e».

Nel settore e-bike i produttori italiani sono in ritardo. Rischiate di perdere il treno come negli anni Ottanta è accaduto con la mountain bike?

«Nel mondo la bicicletta italiana è un’icona. De Rosa vende 3.000 pezzi l’anno solo in Giappone, dov’è tra i primi marchi. Abbiamo una grande cultura in questo settore e tutto ciò che è italiano all’estero vuole dire qualità. Nell’e-bike possiamo recuperare terreno, noi lo stiamo già facendo sviluppand­o modelli a pedalata assistita che puntano sulla tecnologia e sullo stile. Stanno nascendo produttori italiani che sono in grado di offrire nuovi motori elettrici e di sviluppare le batterie».

Cambiate pelle?

«No, teniamo alla nostra identità, ma non possiamo essere miopi nei confronti delle diverse declinazio­ni dell’andare in bicicletta».

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