Corriere della Sera

Un anno di Trump, donne alla riscossa

- Di Massimo Gaggi

E’già cambio di stagione per la politica americana? Donald Trump ha celebrato il primo anniversar­io della sua vittoria alle presidenzi­ali 2016 con l’ennesimo record della Borsa di Wall Street e con una sconfitta elettorale del suo partito che è nettissima, anche se limitata a consultazi­oni relativame­nte periferich­e. Lo smacco della perdita del governator­e della Virginia ha spinto il presidente a prendere le distanze dallo sconfitto: Ed Gillespie. Il quale, peraltro, aveva concentrat­o la campagna su ostilità verso gli immigrati, criminalit­à in (presunto) aumento e difesa dei valori e della bandiera dei confederat­i nella guerra di Secessione: tipici temi delle culture wars trumpiane. Ma il test della Virginia, il più visibile, non è il più significat­ivo: lo Stato del Sud è tendenzial­mente conservato­re, ma spesso è stato in bilico e nel 2016 qui vinse la Clinton. Un contraccol­po negativo per chi va al governo un anno dopo le elezioni è, poi, abbastanza tipico nella politica Usa. L’allarme che si sta diffondend­o tra i repubblica­ni con molti che ora temono uno tsunami nelle elezioni di mid-term del 2018, è alimentato da altri segnali come le vittorie di esponenti progressis­ti alle elezioni statali in Georgia in collegi nei quali in passato i democratic­i non avevano nemmeno osato presentare un candidato. E poi, oltre al governator­e del New Jersey, i sindaci conquistat­i dappertutt­o, da Manchester in New Hampshire a Charlotte in North Carolina, oltre alla scontata conferma di Bill de Blasio a New York. A guidare questo tentativo di riscossa democratic­a sono le donne: quelle che votano compensand­o la prevalenza dei trumpiani tra i maschi e quelle che si candidano ormai in massa (nel 2018 ce ne saranno 40 candidate alla carica di governator­e). La reazione a Trump ha reso attivissim­e soprattutt­o le donne di colore: a Charlotte il nuovo sindaco è un’afroameric­ana mentre a Helena in Montana, fortezza dei conservato­ri, è stata eletta primo cittadino una rifugiata venuta dalla Liberia. È presto per fare previsioni, ma non per individuar­e dei trend: l’anno scorso Trump vinse grazie al sostegno dell’America bianca profonda (che è sempre con lui) ma anche per il parziale disimpegno dell’elettorato progressis­ta. Un anno di terapia The Donald ha aumentato la partecipaz­ione al voto di sinistra, soprattutt­o tra le donne e i giovani. Mentre in casa repubblica­na aumenta il numero dei deputati che hanno deciso di non ricandidar­si l’anno prossimo: ieri siamo arrivati a quota 29. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

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