La vicenda
● Manlio Collavini (a destra in foto con il figlio) è uno dei più famosi produttori di vino del Friuli. Vive a Corno di Rosazzo (Udine)
● Collavini ha visto crescere il successo della Ribolla gialla: da 380 a mille ettari in due anni nel Friuli
● Da pochi giorni la decisione del Ministero: la Ribolla gialla in versione Doc e Igt potrà essere solo quella friulana a sua cagnetta si chiama Ribollina, che ha preso il posto della più amata, Ribolla. Vive a Corno di Rosazzo, ma vuole cambiare il nome del paese in Ribolla di Rosazzo. Intanto è riuscito, con il collega Graziano Specogna, a far dedicare le vie ai vitigni (vorrebbe cambiare i nomi degli internazionali con quelli degli autoctoni). Manlio Collavini, 80 anni, friulano, volteggia in una bolla di Ribolla gialla: dopo 40 anni il vitigno è al sicuro. Mentre il Veneto stava votando per l’autonomia, il Friuli-Venezia Giulia ha ottenuto il proprio federalismo da imbottigliare: la Ribolla gialla in versione Doc e Igt potrà essere solo friulana. Gianola Nonino, la Signora delle grappe che distilla le uve della sua regione, aveva avvertito: piantano Ribolla gialla anche in Sicilia, stiamo perdendo l’esclusiva. Uno smacco dopo la battaglia del Tocai, vinta 11 anni fa dall’Ungheria, unico Paese a poter usare questo nome, mentre l’Italia si è dovuta accontentare di chiamare Friulano quello che prima era Tocai. Pochi giorni fa, il Comitato ministeriale ha sancito che la Ribolla gialla è un’esclusiva della regione