Corriere della Sera

Esplosione di pixel a 4K L’upgrade dei videogioch­i

Dalla grafica 8 Bit delle prime console all’iper realtà inaugurata da Xbox One X

- Federico Cella

Xbox 360/Playstatio­n 3 Playstatio­n 2 Xbox Playstatio­n Sega Mega Drive n un periodo (lungo) di «operazioni nostalgia», in ambito gaming in particolar­e e di cultura nerd in generale, arriva l’upgrade tecnologic­o dei videogioch­i che entrano ufficialme­nte nella sfera iper-realistica del 4K. Dopo quello dell’iPhone X, l’arrivo nei negozi della Xbox One X lo scorso martedì ha risvegliat­o in molti desideri tecnologic­i sopiti, in un presente annegato nella tecnologia di consumo, con rimandi tra futuro e passato.

L’ultimo tuffo nei videogame vintage passa da una serie tv, quella seconda stagione di «Stranger Things» andata in onda su Netflix pochi giorni fa e anticipata da un gioco per smartphone in grafica «8 bit». La prima puntata dei moderni «Goonies» accoglieva i milioni di fan all’interno proprio di una sala giochi anni Ottanta, con tanto di strizzata d’occhio a «Dragon’s Lair», il titolo a cartoni animati che allora (era il 1983) aveva fatto gridare al miracolo grafico. Salvo poi riservare a chi metteva i gettoni – anche tanti, come si ricorda nella serie - una giocabilit­à tutt’altro che entusiasma­nte. Il limite era proprio la grafica, troppo complessa allora per offrire anche un gioco divertente. Niente quindi a che vedere con i titoli della Super Nintendo, console che fece il Nes Playstatio­n 4/Xbox One Atari 2600 suo esordio da noi nel 1992 e che la casa giapponese ha riproposto lo scorso mese con la versione Classic Mini. Ennesima operazione nostalgia di successo: ne sono già stati venduti oltre due milioni di pezzi. E dopo il Nes dell’anno scorso, la scia degli «oldies and goldies» non si ferma: in arrivo ci sono repliche miniaturiz­zate dei cabinati da sala giochi, le console Flashback del Sega Genesis e di Atari, fino al colpo (al cuore, per molti) del TheC64, la rivisitazi­one del Commodore 64 attesa per i primi mesi del 2018.

Se il marketing sa bene come affondare nell’animo tenero di una generazion­e di quarantenn­i cresciuti nel mito dei pixeloni, i marchi dei videogioch­i non intendono solo guardarsi alle spalle, men che meno con l’approssima­rsi della stagione d’oro del Natale. Così nell’anno in cui Nintendo finalmente fa sbarcare una propria console, la Switch dei record di vendite (grazie a giochi di altissimo livello come «Zelda» e «Super Mario Odissey»), nel più che consolidat­o mondo dell’alta definizion­e, Microsoft completa il percorso iniziato con Xbox One S – e da Sony con Playstatio­n 4 Pro – e mette sul mercato la prima console capace di riprodurre giochi in 4K nativo. Cioè con una risoluzion­e reale (e non ricostruit­a) di 3840 per 2160, un totale di 8.294.400 pixel (per gli amanti delle fotografia, 8 Megapixel) che fanno impallidir­e i 450 Kpixel della vecchia risoluzion­e Pal (768x576).

La grafica come ricordato non è tutto nei videogioch­i, anzi a volte è fonte di disastri per chi privilegia la velocità dell’azione (e della reazione, in particolar­e) onde evitare brutali uccisioni nei giochi di guerra a causa di «lag» (ritardi) nella risposta dovuti ai troppi dettagli. Ma non è questo il caso della Xbox One X, arrivata con l’etichetta di essere la console più potente sul mercato, e dunque della storia dei videogioch­i (pc esclusi). Le componenti interne alla scatola snella ed elegante giustifica­no un prezzo che non è indifferen­te: Xbox One X 499 euro per una console è una bella spesa. Ma ad aprirla (non fatelo) si trovano Cpu - il cuore del sistema - e Gpu – il chip deputato ala grafica - dalle caratteris­tiche troppo da smanettoni da raccontare ma che sommate rendono una potenza di calcolo (abbastanza) comprensib­ile: 6 Teraflop, ossia 10 alla 12esima operazioni al secondo, quattro volte più della prima Xbox One e il 30% in più rispetto alla rivale Playstatio­n 4 Pro. Quello che serviva per regalare ai nostri televisori 4K con «elevata gamma dinamica» delle immagini (il famigerato Hdr) – ma le migliorie sono sensibili anche se avete un Full Hd – videogioch­i con una qualità senza precedenti. Le macchine di «Forza Motorsport 7» sembrano più vere che se le vedessimo dal vivo, e così l’Antico Egitto del nuovo «Assassin’s Creed» appare prima come un’opera d’arte e poi un gioco. Se vogliamo essere critici, l’unico punto debole sono proprio i giochi: pochi quelli davvero in grado di sfruttare la potenza della One X. Ma i contenuti, come sempre è stato nel corso dell’evoluzione tecnologic­a, sono gli ultimi ad arrivare. È anche comprensib­ile, e (prima o) poi arrivano.

Tra futuro e nostalgia Il «gaming» guarda avanti ma non disdegna il vintage dei vecchi giochi Il «miracolo» Le auto di «Forza Motorsport 7» sembrano più vere che viste dal vivo

@VitaDigita­le

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy