In salotto
● Nell’idea originale di Microsoft la parola «One» della nuova generazione di macchine richiamava l’idea di fare della console un centro per tutto l’intrattenimento della casa. Non solo videogiochi, dunque. E la «X» raccoglie al meglio questa eredità, proponendo una lista completa di app per lo streaming, da Mediaset Premium a Netflix. La forza è poi nel lettore dvd che riproduce al meglio anche blu-ray e bluray Ultra Hd. «Hai visto la sua ultima storia?». Fino a qualche mese fa, una domanda del genere avrebbe potuto fare riferimento a Snapchat, applicazione gradita ai giovanissimi grazie all’originale e inedito linguaggio che ha introdotto. Le storie, appunto. Peccato che poi Facebook gliele abbia copiate e, come ha comunicato nella trimestrale del 1° novembre, sia riuscito a farle utilizzare quotidianamente da 300 milioni di persone sia su Instagram sia su Whatsapp. L’app del fantasmino è invece ferma a 178 milioni di utenti quotidiani. E il dato è solo la punta dell’iceberg della sua disastrosa situazione: l’incantesimo sembra essersi spezzato. Gli utenti crescono sempre meno e i conti sono in (profondo) rosso. L’amministratore delegato Evan Spiegel ha addirittura ammesso di aver creato un’iconcina forse troppo difficile da usare. Ha riconosciuto di aver puntato erroneamente sugli occhiali Spectacles e si prepara a introdurre il News feed (il flusso di notizie come in Facebook e Twitter) e i giochi per volere dell’investitore cinese Tencent salito al 12 per cento. Snaturarsi, anche semplificando la grafica e affidandosi a un algoritmo, aiuterà Snapchat a sopravvivere? Dalle parti di Twitter risponderebbero affermativamente, avendo appena tradito gli iconici 140 caratteri in favore dei più spaziosi 280. E i ragazzini? I ragazzini confermano la passione per Instagram (gli under 25 trascorrono 32 minuti al giorno sull’app fotografica). Stanno scoprendo Musical.ly, capace come Snapchat di imporre un nuovo linguaggio (il lip-sync). Nei nostri confini — ne abbiamo interrogati alcuni senza pretese di dare un valore statistico — iniziano a nominare sempre più frequentemente Reddit, spazio in cui commentare e dibattere l’attualità o contenuti di vario genere. E rispolverano Diaspora, social network decentralizzato nato sette anni fa come alternativa (maggiormente rispettosa della privacy) a Facebook. La sensazione è che gli utenti più giovani cerchino contesti innovativi e possibilmente meno bulimici di dati personali. Anche se individuati e scelti, non è detto che questi contesti durino poi nel tempo. Un certo Evan Spiegel ne sa qualcosa.
@martinapennisi