Gentiloni: non trasformare l’Italia in un mercato di paure e illusioni
Il premier: risultati da difendere. Fisco, la rottamazione si estende al 2000-2016
L’Italia è un Paese affidabile come socio fondatore della Ue, come alleato atlantico, come attore economico. Un po’ meno come modello di stabilità politica, ammette Paolo Gentiloni, parlando ad una platea di imprenditori e protagonisti delle istituzioni. E anche per questo bisogna evitare di disperdere i passi avanti fatti sin qui: progressi, segnala, arrivati con il suo e con i governi precedenti, ma «è l’Italia che ha riagganciato la crescita, non questa o quella parte politica».
Alla vigilia della campagna elettorale per le elezioni politiche, il capo del governo chiede a tutti gli attori istituzionali e ai partiti senso di responsabilità, perché occorre «non trasformare l’Italia in un supermarket di paure o illusioni». Sarebbe un peccato per i risultati sin qui raggiunti, aggiunge il premier nel corso di un convegno sulla Brexit organizzato dal quotidiano Il Messaggero, e a cui partecipano anche il Commissario europeo Michel Barnier, l’ex presidente della Ue Romano Prodi, il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia.
Il messaggio di Gentiloni trova una sponda nelle parole di Prodi: «In Germania si è votato il 24 settembre e prima del nuovo anno niente governo. Se in Italia ci sono dieci minuti di incertezza politica succede un’iradiddio...». Lo stesso presidente del Consiglio affronta il tema anche con una battuta: «Si parla molto della nostra instabilità politica, data dall’avvicendarsi di governi. Non mi spingerei a dire che si tratta di una fake news, come si dice oggi, e tuttavia non conosco instabilità più solide di quella italiana nei fondamentali delle nostra scelte, come quella europeista».
L’orizzonte dell’inquilino di Palazzo Chigi, che più di qualcuno proietta ancora in sella al governo dopo le elezioni del prossimo anno, è di questo tipo: «Dobbiamo rendere stabili i risultati ottenuti e tradurli in benefici per il mondo del lavoro e le famiglie, perché abbiamo raggiunto risultati importanti da non dilapidare». Ci sono frutti che rivendica, oltre il suo stesso governo, perché abbracciano i precedenti e impegnano i successivi e dunque appartengono al Paese: «Disperderli sarebbe irresponsabile. Non sono risultati di questa o quella parte, ma dell’impegno di tutti».
«La vera posta in gioco nella fase che ci attende dopo l’approvazione della legge di Bilancio — continua Gentiloni — è di proseguire sulla strada della crescita, di accompagnare il percorso positivo che è in atto. Non ridurre l’Italia a un supermercato di paure e illusioni. L’Italia va a testa alta alla discussione in Europa, rivendicando il suo orgoglio europeista». La Brexit? «Ricordo la notte del 23 giugno: andammo a dormire piuttosto ottimisti, sembrava che il “remain” prevalesse. Ci svegliammo verso le 4 di mattina, per fare un punto sulla vittoria del “leave”, non del tutto attesa ma accolta con il rispetto che si deve alle decisioni di un Paese libero».
Allora sembrava «il culmine di una “tempesta perfetta”, dell’accumularsi di crisi su piani diversi». Oggi, «per fortuna dell’Ue, le cose hanno preso un corso diverso, l’eurozona ha tassi di crescita al di sopra del 2 per cento ed è una delle aree più interessanti per tutti gli investitori».
Si profilano poi novità sulla rottamazione prevista dal decreto fiscale, che ora si estende alle cartelle 2000-2016 secondo un emendamento del senatore Giorgio Santini (Pd) approvato in commissione Bilancio.
La rottamazione è estesa anche a chi è stato escluso dalla definizione agevolata perché non in regola con le rate di piani precedenti.
Il termine per presentare l’istanza viene spostato dal 31 dicembre al 15 maggio 2018, anche per le cartelle ricevute entro fine settembre. Viene inoltre concessa una settimana, dal 30 novembre al 7 dicembre, per pagare le prime due rate già scadute a luglio e inizio ottobre.