L’Europa: Roma cresce di più, ma attenti al debito
Nel 2017 Pil in salita dell’1,5%. Moscovici: «Ripresa vera ma c’è ancora lavoro da fare»
Le previsioni economiche d’autunno della Commissione europea ricordano che il mancato contenimento dell’alto debito resta un problema fondamentale dei conti pubblici dell’Italia. In compenso un segnale positivo arriva dalla ripresa della crescita economica, che resta però la più bassa dell’intera Ue (insieme a quella del Regno Unito in uscita per la Brexit).
Il commissario Ue francese per gli Affari economici Pierre Moscovici ha manifestato ottimismo e ridimensionato la divergenza minima con il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan sul contenimento del deficit strutturale, scaturita «da riferimenti di base differenti» e che non dovrebbe portare a «conseguenze procedurali» il 22 novembre, quando la Commissione europea valuterà la bozza della legge di bilancio per il 2018.
Il debito pubblico dell’Italia è stimato in leggera salita al 132,1% del Pil nel 2017 (solo la Grecia, che è sotto programma Ue di salvataggio, sta peggio in Europa). Ma, soprattutto, la Commissione europea fa notare la prevista riduzione solo «marginale», che lo porta a scendere al 130,8% e al 130% nel biennio 2018-2019 «soprattutto grazie alla crescita più forte». Il costo multimiliardario dei salvataggi bancari ha pesato nel peggioramento del debito registrato quest’anno come nella differenza tra le stime di Bruxelles e quelle del ministero dell’Economia (che promettevano un leggero contenimento al 131,6% del Pil).
La crescita del Prodotto interno lordo, sostenuta anche dalla politica monetaria espansiva della Banca centrale europea di Mario Draghi, è prevista all’1,5% nel 2017 dallo 0,9% dell’anno scorso. Moscovici ha ammesso che si tratta della più bassa in Europa, ma ha sottolineato che in Italia «c’è una vera ripresa» ed «è da tanto tempo che non ha una crescita all’1,5%, anche se c’è ancora lavoro da fare». La Commissione stima un rallentamento sia nel 2018 (all’1,3% del Pil), sia nel 2019 (1% del Pil) probabilmente condizionato anche dalla annunciata riduzione e progressiva eliminazioni degli stimoli della Bce.
La disoccupazione scende solo limitatamente all’11,3% quest’anno e al 10,9% nel 2018 contro la media Ue ai meno preoccupanti 8,2% e 7,7%. L’inflazione sale all’1,4% quest’anno e riscende a 1,2% nel 2018. Il deficit è previsto al 2,1% quest’anno e all’1,8% il prossimo. Una lettera di Moscovici e del vicepresidente lettone della Commissione europea Valdis Dombrovskis a Padoan aveva anticipato uno scostamento dello 0,1% del Pil nella correzione del deficit strutturale da attuare nella legge di bilancio 2018. Nelle previsioni diventa 0,2% del Pil, pari a circa 3,4 miliardi, che dovrebbe ancora rientrare nei limiti tradizionalmente trattati con flessibilità nel livello tecnico dei commissari e poi in quello decisionale dei ministri dell’Eurogruppo/Ecofin (considerando anche la volontà di non interferenza nelle elezioni in arrivo). Dal ministero dell’Economia hanno manifestato soddisfazione per il riconoscimento all’Italia di «una ripresa sostenuta e conti in miglioramento, con calo del debito» nei prossimi due anni. Ma Moscovici ha invitato l’Italia a « proseguire gli sforzi per il risanamento» della finanza pubblica.