Corriere della Sera

Immobile benvenuto al Nord promette che non tradirà

L’attaccante da Scarpa d’oro si sente pronto a giocare da leader

- DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Paolo Tomaselli

Benvenuti al Nord. Anche se la neve ancora non si vede. E a Ciro Immobile da Torre Annunziata un po’ dispiace: al primo anno di convitto juventino a Torino, si alza alle 6 del mattino per ammirarla. È la prima volta e ne viene conquistat­o: «Del nord è la cosa che preferisco». Perché Ciro d’Italia funziona con il caldo e con il freddo, col sole negli occhi o col fango sotto ai piedi. E promette di non tradire, nella tappa più importante della sua carriera. Quella della maturità. Perché una partita così Immobile in realtà l’ha già giocata, assieme ad altri 5 azzurri in campo oggi, ma l’ha persa a Natal contro l’Uruguay, uscendo dal Mondiale brasiliano. Tre anni e mezzo dopo Ciro è cresciuto ed è l’attaccante che ha segnato di più nei grandi campionati d’Europa: 18 gol in 15 partite, grazie ai quali è in testa alla Scarpa d’oro e ai pensieri di Ventura, in questa vigilia di apprension­e per gli attaccanti azzurri, tra acciacchi (Zaza) e condizione da ritrovare (Belotti).

Anche Immobile è reduce da un leggero affaticame­nto muscolare, ma lui più lo butti giù e più si tira su. Come questa Italia, che ha perso il filo mondiale al Santiago Bernabeu ed è venuta fin qui per riprenders­elo. Ciro il filo lo smarrisce molto presto da ragazzino: a 13 anni. alla Salernitan­a, è ai margini, tanto che e a volte fa addirittur­a il guardaline­e per la sua squadra, invece di giocare. Ma non si ferma, evita le cattive compagnie («Molti amici sono finiti in galera...») e due anni dopo, al Sorrento, viene preso al volo dalla Juventus: «Senza nemmeno fare un provino».

L’impatto coi profession­isti però è deludente: a Siena e a Grosseto, Ciro non ingrana. Ma l’incontro con Zeman a Pescara lo fa esplodere: con 28 gol è capocannon­iere di B. Ma di nuovo: l’assaggio di serie A col Genoa è insapore. Allora tocca a un altro maestro capire che Immobile sa fare solo alcune cose — con le sue doti atletiche sopra la media e la sua capacità di inserirsi negli spazi — ma le fa molto meglio di altri: con Ventura al Torino Ciro diventa capocannon­iere di serie A, con 22 gol, volando al Mondiale brasiliano. E con l’ombra ingombrant­e di Balotelli.

Dopo l’estate dello scontento azzurro, il ragazzo devoto alla Madonna della Neve di Torre Annunziata, prende il largo per la Germania, finendo al Borus- sia Dortmund di Klopp. Che però fa rima con flop. Come a Siviglia subito dopo. L’anno della consacrazi­one — per il ragazzo che sogna di essere generoso e spietato come il suo modello Cavani — si rivela così un altro fallimento. E ci vuole ancora il Torino di Ventura, per sei mesi, per rinascere ancora. In granata con Belotti forma una coppia solida e vincente. Che sarà molto unita anche in azzurro:6 gol a 4 per il napoletano. Immobile però la abbandona per la Lazio, che si rivela il posto giusto per trovare continuità anche a un livello superiore: 26 gol il primo anno, già 18 adesso (con 7 assist), con la doppia doppietta segnata alla «sua» Juventus. Perché alla fine del Ciro, tutto torna. E adesso ritorna anche il Gallo al suo fianco. Come nei giorni migliori. Quelli in cui si è riaccesa la fiamma azzurra, pronta a resistere al vento del nord.

 ?? (Ipp) ?? Coppia Andrea Belotti, 23 anni, e Ciro Immobile, 27. Il torinista ha segnato 5 gol in 10 partite fra campionato e Coppa Italia Il laziale è in gran forma: 18 reti in 15 presenze nelle varie competizio­ni Ciro è in testa alla Scarpa d’oro
(Ipp) Coppia Andrea Belotti, 23 anni, e Ciro Immobile, 27. Il torinista ha segnato 5 gol in 10 partite fra campionato e Coppa Italia Il laziale è in gran forma: 18 reti in 15 presenze nelle varie competizio­ni Ciro è in testa alla Scarpa d’oro

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