Corriere della Sera

Nuovo assalto alla manovra

Caos sulla tassa per i rifiuti. Per un’utenza su dieci bollette gonfiate dai Comuni

- De Cesare Savelli

In Senato sono state presentate 4 mila richieste di modifica della legge di Bilancio: tra le altre, il ritorno del bonus bebè, l’aumento della tassa sul fumo per finanziare i farmaci oncologici, la modifica delle normative sulle pensioni. Ieri è però emerso il caso della tassa sui rifiuti: molti Comuni l’avrebbero gonfiata in modo illegittim­o con un calcolo maggiorato per le pertinenze.

MILANO La legge di Bilancio si prepara ad essere presa d’assalto in Senato da quasi quattro mila emendament­i: dalla web tax al ritorno del bonus bebè, dalla tassa sul fumo per finanziare i farmaci oncologici alla questione delle pensioni. Ma ieri è stata la giornata del caso Tari, tassa sui rifiuti. Molti Comuni l’avrebbero infatti gonfiata negli ultimi anni in maniera illegittim­a applicando la quota variabile su ogni pertinenza.

Il Sole 24 Ore ha stimato una diffusione del caso del 10% a livello nazionale e ha verificato che a inciampare sono state anche grandi realtà come Milano, Genova, Napoli, Catanzaro in modo trasversal­e da Nord a Sud. A sollevare il caso è stato il deputato M5s, il pugliese Giuseppe L’Abbate che dal suo Comune, Polignano a Mare, si è accorto dell’anomalia e si è rivolto al ministero per chiedere un chiariment­o definitivo: «Un anno fa abbiamo presentato un’interrogaz­ione parlamenta­re —spiega il deputato —. Ci è arrivata la risposta solo in questi giorni e ci dà ragione: molti Comuni hanno interpreta­to male la legge, speriamo in buona fede, applicando la quota variabile a tutte le pertinenze». Se si hanno, ad esempio, box e cantina, la quota variabile della tassa rifiuti andrebbe applicata una sola volta e non due. Proprio come ha spiegato nella sua risposta il sottosegre­tario all’Economia Pierpaolo Baretta. Secondo l’Anci, l’Associazio­ne nazionale dei Comuni, si tratta di «un episodio marginale». E Guido Castelli, delegato per la finanza locale ha annunciato l’invio di una nota alle amministra­zioni locali con tutti i dettagli. Qualche sindaco, come quello di Milano, ha già annunciato i rimborsi: «Ci saranno senz’altro per chi ha pagato più del dovuto» ha detto ieri Giuseppe Sala. Quel che è certo è che ora saranno i contribuen­ti a dover guardare i vecchi avvisi di pagamento e a verificare, da soli, o con l’aiuto dei Caf o dei commercial­isti, se hanno o meno pagato di più.

Sugli emendament­i alla legge di Stabilità, invece, la prima grande novità riguarda proprio il bonus bebè che sia Ap che il Pd vogliono riproporre anche per il prossimo anno. Spicca anche l’emendament­o Mucchetti sulla web tax. La proposta viaggia su due strade: una stretta sui criteri di stabile organizzaz­ione e l’introduzio­ne di un’imposta forfettari­a del 6% dei ricavi sulle transazion­i digitali.

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