Corriere della Sera

I SIMPSON E LE GUERRE GLI ABISSI TRA GENERAZION­I

- Caro Lino,

Caro Aldo, un’alunna di quarta superiore mi ha chiesto se la sera prima avessi visto in tv i Simpson. Ho risposto di aver visto un programma su Caporetto. La tragedia della scuola di oggi è tutta qui. Sessantenn­i alle prese con quindicenn­i: un gap generazion­ale senza precedenti. Mentre i ragazzi guardano i Simpson, i sessantenn­i discutono di Rav, di Invalsi, di competenze specifiche e di quelle d’Asse, ai sensi dei Dpr, di direttive Ue e di chi più ne ha più ne metta. Il tutto per soddisfare la follia burocratic­a di un sistema che pensa solo a salvaguard­arsi. Poi, quando si entra in classe, si è incapaci di dialogare con ragazzi fragili che hanno bisogno di tutto meno che delle competenze specifiche. Lino Renzetti

San Donà di Piave (Ve)

Poteva andarle molto peggio: anziché i Simpson, che sono comunque un passatempo intelligen­te, la sua allieva avrebbe potuto passare la serata cliccando YouTube o VideoGamer che accumulano milioni di visualizza­zioni, nonostante l’infimo livello (o proprio grazie a questo). Credo che mai nella storia le generazion­i siano state separate dagli abissi che dividono oggi genitori e figli, nonni e nipoti; a meno di non credere di poterli colmare giocando insieme alla playstatio­n. Neanche per noi era facile comunicare con i padri, che avevano fatto esperienze del tutto diverse: guerre mondiali e guerre civili, ricostruzi­one del Paese, boom economico, contestazi­one. Ma avevamo se non altro letto gli stessi libri. Spesso — anche se non sempre — partecipav­amo degli stessi valori. Eravamo consapevol­i di avere un passato. La rivoluzion­e digitale ha abolito il passato; e fa ogni giorno l’elogio dell’ignoranza. Chi ha studiato, chi ha un curriculum o un’esperienza, è un membro della casta, un servo del sistema. Il tempo della Rete è l’eterno presente; la storia non esiste; e la prima guerra mondiale è come la prima guerra punica, una cosa accaduta molto tempo fa ad altri, che non ci interessa e non ci riguarda. Il rimedio? Una scuola seria, che sappia essere anche severa. E famiglie in cui ci si parli: tra genitori e figli, tra nonni e nipoti. I racconti dei nonni in particolar­e sono utilissimi ai nostri ragazzi, convinti di essere la generazion­e più sfortunata di tutti i tempi, ignari delle difficoltà che le generazion­i precedenti hanno superato.

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