Servizio
Restare a bordo le scale ottenuti con un calco di pneumatici».
Dall’America sono partiti i primi appelli per la salvaguardia e la conservazione delle pompe di benzina e delle stazioni di servizio come patrimoni storici. Lo scrittore Albert Kerth in «A New Life for the Abandoned Service Station», del 1974, racconta di come abbiano contribuito alla leggenda della Route 66, l’autostrada che attraversa gli Usa da Chicago a Los Angeles. La struttura della Jack Colker Union 96 gas station su Crescent Drive a Beverly Hills è un esempio di avanguardia architettonica: il tetto è una vela proiettata verso il cielo illuminata di notte da Led. Dopo essere stata restaurata è diventata una galleria d’arte moderna. In Europa, gli esempi di tutela e riuso di gasoline station sono soprattutto al Nord. In Olanda, la Esso di Loenersloot, disegnata da Dudok, dopo il rémaquillage è diventata parte dell’Automobilmuseum di Raamsdonksweer. A Vught, quella Shell progettata da Meijlink, è una delle poche al mondo con l’abitazione del gestore. Ha cessato la sua attività nel 2000 ma è riconosciuta come monumento nazionale: oggi un luogo d’incontro con ristorante stellato. Come la stazione di servizio di Skovshoved, progettata da Arne Jacobsen nel 1938 a Copenaghen: in mosaico bianco, tettoia ergonomica e vista sul mare. Sulla strada tra Francoforte e Berlino, invece, c’è il gioiello di modernismo di Tamms: il distributore, criticato dal Reich per l’americanissima copertura piana a forma di boomerang, oggi ospita convegni. In Francia, a nord di Parigi, la vecchia stazione di Ornano è stata trasformata nel 2014 in una fattoria urbana incentrata sull’economia circolare. Uno spazio di svago, condivisione e buon cibo. «È lo spirito di questi luoghi: convivialità, incontri, darsi appuntamento. Le stazioni di servizio sono un punto d’arrivo e di partenza», riflette De Lucchi. Il benvenuto Michele De Lucchi
Gli arredi riprendono il gusto della fabbrica e le scale hanno il calco dei pneumatici
Carlo Borromeo