Svolta cinese sugli stranieri oltre il tetto del 50%
Il viaggio del presidente americano Donald Trump in Cina produce i primi frutti. Ieri Pechino ha annunciato l’eliminazione immediata del tetto al possesso straniero di banche e asset management cinesi e l’innalzamento dal 49 al 51% al controllo nelle joint venture che operano con azioni, fondi e future. Solo un primo passo perché quel limite potrebbe essere rimosso del tutto in tre anni, ha annunciato il vice ministro delle Finanze Zhu Guangyao. Le misure includono un analogo meccanismo sulle compagnie assicurative, con l’eliminazione del tetto al possesso dopo 5 anni, e il taglio delle tariffe alle importazioni di auto che saranno ridotte «al passo appropriato». La mossa di Pechino per allentare i limiti finora imposti agli investimenti stranieri sul suo mercato dei servizi finanziari appare come una vittoria di Donald Trump, visto che arriva appena un giorno dopo la sua richiesta al presidente Xi Jinping per un migliore accesso ai mercati cinesi. Ma segnala anche la volontà della seconda potenza economica mondiale di diventare uno dei maggiori hub finanziari globali, in un momento in cui il ruolo della City londinese sembra destinato a ridimensionarsi dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea. Le riforme per aprire i mercati dei capitali e la crescente internazionalizzazione dello yuan vanno in questa direzione.