Il Golden power e i conti di Next
Caro Direttore, il 4 novembre 2017 sul «Corriere della Sera» è apparso l’articolo “Next è strategica: il governo blocca la vendita ai francesi” nel quale si riporta che la Next Spa è «un’azienda sull’orlo del concordato preventivo», con l’ipotesi che «potrebbe portare i libri in tribunale».
Tali affermazioni, inveritiere, ledono il prestigio della nostra Società, e possono favorire, volontariamente o involontariamente, i concorrenti o quei soggetti che dalle difficoltà della nostra Next trarrebbero vantaggio. Dall’inizio della sua attività (dal 1999 a tutt’oggi) la Next non ha mai chiuso un bilancio in perdita, non ha mai avuto controversie con clienti, fornitori, banche, dipendenti, collaboratori e ha gestito sia il fenomeno della riduzione del credito bancario che dal 2010 al 2016 ha quasi dimezzato in Italia gli affidamenti del sistema bancario alle piccole e medie imprese, sia la contrazione, nello stesso periodo, degli ordini conseguente alla riorganizzazione del gruppo Finmeccanica (leggi Leonardo). Il fatto che il Consiglio dei Ministri abbia esercitato i poteri speciali (Golden Power) opponendosi alla cessione di Next ad Altran Italia, inorgoglisce e non preoccupa le donne e gli uomini della Next, perché, ai differenza di altre Pmi, questo dimostra che la nostra società opera in ambiti e tratta materie che richiedono competenze tecniche, manageriali e organizzative di prim’ordine.