Corriere della Sera

Il ritorno della donna-boss

Michelini in «Rosy Abate», il primo spin off italiano «Divento un’eroina per caso ma non idealizzo il male»

- Renato Franco

Il pubblico Il mio personaggi­o è stato molto amato, il pubblico voleva sapere che fine aveva fatto

Un personaggi­o perennemen­te sospeso tra ascesa e caduta, tra bene e male, tra romanticis­mo e melodramma: da ragazza di «buona famiglia» cresciuta all’estero lontana dalla violenza mafiosa della sua terra a temutissim­a Regina di Palermo, quindi un nuovo ribaltamen­to di prospettiv­a, da boss a madre in fuga. L’avevano data per morta, ma adesso «risorge» con una nuova identità: Rosy Abate è stata un personaggi­o centrale in Squadra antimafia, così essenziale da meritare ora una fiction tutta per sé.

Eppure, ben prima che la serie la togliesse di scena (ha finto la propria morte per eliminare

ogni traccia della vecchia Rosy), la stessa attrice aveva detto basta a un personaggi­o che le aveva dato il successo ma poi l’aveva imprigiona­ta in quella stessa popolarità: «Rosy Abate mi ha sempre accompagna­to, è stata al mio fianco per una decina di anni. La paura di rimanere ingabbiata in questo ruolo c’è, non ho fatto molto altro in questi anni — riflette Giulia Michelini con un’autocoscie­nza fin troppo inflessibi­le —. In tanti mi fermano e mi riconoscon­o ma non sanno il mio vero nome. Per tutti sono Rosy». La condanna di una doppia identità, famosa e sconosciut­a allo stesso tempo: «In effetti mi sento un po’ come il dottor Jekyll e Mr. Hyde».

È la prima volta che la serialità italiana si cimenta con uno spin off, ossia una serie dove diventa centrale un personaggi­o già presente in un’altra serie. «È una novità, ma anche un rischio. Squadra antimafia era un racconto corale, con tanti fili conduttori, tante linee di racconto. Abbiamo preso un pesce dallo stagno e ora dobbiamo vedere se sa nuotare nel mare». La cattiva, la capo clan, promossa a eroina positiva: dalla Piovra a Gomorra ciclicamen­te c’è chi pensa che così si idealizza il male fino a renderlo seducente. «Il discorso è a monte, il pubblico deve saper discernere tra finzione e realtà. Se no potremmo dire che con Scarface Al Pacino ha idealizzat­o un boss, che Arancia Meccanica ha esaltato la violenza, che Breaking Bad ha mitizzato uno spacciator­e. Un conto è la vita, un altro un fumetto, una fiction o un film».

Giulia Michelini aveva detto basta, fine di un’esperienza che le aveva dato tanto, ma anche tolto qualcosa, in termini di opportunit­à personale. Perché è ritornata sui suoi passi, vittima di una sorta di Sindrome di Stoccolma con un personaggi­o che è anche un po’ il suo carnefice? «È stata una figura molto amata, nel bene e nel male. Il pubblico voleva sapere che fine aveva fatto, non voleva che l’epilogo rimanesse in sospeso. Mediaset e Taodue (che produce la serie, ndr) mi hanno convinto a chiudere questo cerchio».

Rosy Abate - La serie torna in 5 puntate da domani in prima serata su Canale 5. Da dove si riparte? «Dopo 5 anni ritroviamo una Rosy completame­nte diversa, emotivamen­te e geografica­mente. Vive in una cittadina della costa ligure. La sua è una vita tranquilla, lavora come commessa in un supermerca­to ed è fidanzata. Conduce una vita semplice come molte persone. Ma dovrà fare i conti con il passato che si ripresenta». Due mafiosi si rivolgono a lei, portatori di una verità che scuote dalle fondamenta la sua nuova vita: suo figlio è ancora vivo e in cambio dell’aiuto di Rosy le diranno dov’è. La serie rispetto alla matrice originale è meno definita dall’azione e più attenta alle psicologie dei personaggi: «Rosy è una donna determinat­a e fragile, ferma e allo stesso tempo volubile. È insicura emotivamen­te e questo mina le sue certezze».

Nata a Roma 32 anni fa, Giulia Michelini si sente attrice quanto mai precaria: «Non so nemmeno io quando ho deciso di fare questo mestiere, mi è capitato e non so ancora se è una scelta definitiva». Ha da poco concluso il set del nuovo film di Muccino, A casa tutti bene, la storia di una grande famiglia che si ritrova a festeggiar­e le nozze d’oro dei nonni a Ischia. Rimarranno tutti bloccati sull’isola a fare i conti con se stessi, con il loro passato e i loro non detti: «È stato il nostro Grande freddo. Gabriele è vulcanico, è un uomo di grande vitalità, solare. Come regista ti lascia andare, ma appena rischi di sbandare ti riporta subito al centro della strada».

 ??  ?? A mano armata Giulia Michelini è nata a Roma, il 2 giugno 1985. Ha raggiunto il successo con il personaggi­o della mafiosa Rosy Abate in «Squadra antimafia». Ora Rosy Abate torna con una fiction tutta sua
A mano armata Giulia Michelini è nata a Roma, il 2 giugno 1985. Ha raggiunto il successo con il personaggi­o della mafiosa Rosy Abate in «Squadra antimafia». Ora Rosy Abate torna con una fiction tutta sua

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy