Corriere della Sera

Mezza apocalisse Italia sconfitta in Svezia, il Mondiale si allontana Per ribaltare, servirà l’impresa lunedì a San Siro

- DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Alessandro Bocci

SOLNA Chissà come si sentirà Gian Piero Ventura sull’orlo del baratro. Il Mondiale dell’Italia è appeso a un filo sottilissi­mo, a una rimontona che dopo aver visto gli azzurri all’opera nel gelo della Friends Arena non è né semplice, né probabile. La Svezia vince il primo tempo di questa doppia finale, mettendo in campo tutte le sue armi: il cuore, l’anima, la voglia di cercare un’impresa. I gialli sanno che per andare in Russia devono sfruttare il fattore casalingo. E lo fanno sino all’ultimo secondo di un’autentica battaglia: giocando, pressando, picchiando (volano ben 4 gomitate, due a Bonucci, una a Chiellini, l’ultima a De Rossi, colpevolme­nte trascurate dall’arbitro Çakır).

Ma non possiamo prendercel­a che con noi stessi per questa specie di Caporetto azzur- ra. Un dato imbarazzan­te è l’esatta fotografia della notte italiana: dopo 25 minuti gli svedesi hanno già vinto l’86 per cento dei contrasti. La squadra di Ventura non riesce a entrare in partita, si fa sorprender­e dal ritmo ossessivo dei rivali il cui 4-4-2 è in realtà il 4-2-4 con gli esterni Claesson e Forsberg che giocano quasi sulla stessa linea delle due punte Berg e Toivonen. Il gol di Johansson, dopo poco più di un’ora, ci spinge nel baratro. L’esito del primo round è impietoso: sconfitti sul piano fisico, tecnico, anche su quello del temperamen­to. Un’Italietta molle e scollegata. Troppo brutta per essere vera. Ora serve una grande reazione, d’orgoglio e di testa e la speranza che la Svezia si trasformi come spesso le accade: implacabil­e in casa, disastrosa fuori.

Gli azzurri affondano dentro un 3-5-2 pallido, in cui non funziona niente: non sfruttiamo le fasce (Candreva fa praticamen­te il terzino), non riconquist­iamo mai il pallone a centrocamp­o e le punte non dialogano e si pestano i piedi. Inoltre, siamo anche ingenui: Verratti si fa ammonire stupidamen­te al limite dell’area avversaria e sarà squalifica­to per il ritorno. L’Italia sino all’intervallo ha una sola occasione do-

po 6 minuti, ma Belotti di testa non trova la porta sul perfetto cross da sinistra di Darmian. Prima e dopo solo Svezia. Per nostra fortuna fa tanto rumore ma costruisce poche occasioni: un diagonale di Toivonen si perde sul fondo, mentre Buffon conserva il risultato con una provvidenz­iale uscita sullo stesso attaccante.

Nel secondo tempo, quando proviamo a mettere il naso fuori dal guscio, arriva la doccia gelida: il gol di Johansson, entrato 5 minuti prima al posto dell’infortunat­o Ekdal, è una carambola beffarda e la deviazione di De Rossi spiazza Buffon. Ma le nostre colpe restano evidenti anche nella circostanz­a perché dormiamo sulla rimessa laterale e consentiam­o al cecchino della Svezia di colpire comodament­e dal limite dell’area. Non siamo neppure fortunati. Darmian colpisce un palo pieno dal limite, ma la reazione è sterile. Nell’ultimo quarto d’ora Ventura tenta il tutto per tutto con Insigne al posto del deludentis­simo Verratti e il 4-2-4 marchio della casa. Niente da fare. A Milano servirà un’altra Italia.

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 ??  ?? Delusione Gli svedesi festeggian­o, l’Italia del calcio in un incubo
Delusione Gli svedesi festeggian­o, l’Italia del calcio in un incubo

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