Corriere della Sera

Due Mondiali opposti Dovi e il collettivo Marquez il solista

Andrea gioca di squadra, Marc da bomber

- Alessandro Pasini

DAL NOSTRO INVIATO

Ci sono voluti nove anni perché la Ducati, sbarcata in MotoGp nel 2003, tornasse a lottare per un Mondiale. «Decisament­e troppi», sostiene Gigi Dall’Igna, a.d. di Ducati Corse dal 2014, ingegnere dal cuore caldo che a inizio stagione aveva dichiarato: «Non abbiamo più scuse per non vincere il Mondiale». L’ultima volta di una Rossa realmente ambiziosa era stata infatti nel 2008 quando Stoner, campione l’anno prima, finì secondo (e furioso) dietro Rossi. Da allora il campionato è andato 5 volte alla Yamaha e 4 alla Honda, e si tratta della perfetta proiezione in pista di una differenza struttural­e che le vendite ai concession­ari raccontano chiarament­e da sempre: 55 mila le moto annue vendute da Borgo Panigale contro i circa 16 milioni di Honda, i 6 di Yamaha e i 2,5 di Suzuki.

Ecco perché la finale mondiale tra Dovizioso e Marquez — cominciata ieri in prova con Andrea terzo davanti a Marc quinto che però lo marca facile, tra una caduta lieve (la 26ª stagionale) e un gran passo gara — è anche una sfida di filosofie. L’italiano, sulla Desmosedic­i da 5 anni, almeno 3 dei quali pieni di sofferenze, è il prodotto di un lavoro collettivo, ispirato molto anche da lui, di costante rincorsa, creatività spinta e spregiudic­ata esegesi dei regolament­i. Le alette laterali inventate da Dall’Igna nel 2016, per esempio, sono state così efficaci che la coalizione giapponese ha brigato per vietarle. E di recente ancora il cartello nipponico ha ridotto il numero dei giorni di test nel 2018, cercando di incrinare la potente macchina di svi- luppo della Ducati.

Lo spagnolo, invece, è un predestina­to che probabilme­nte vincerebbe anche su un triciclo. Premesso che il livello di partenza della Honda è sempre altissimo e che quando Marc la prese in mano conquistan­do il Mondiale 2013 era comunque reduce da un secondo e terzo posto nel 2012 (Pedrosa e Stoner) e dal titolo di Stoner nel 2011, il suo ruolo di gran solista è evidente: per la prima parte del 2016 sono state le sue prodezze a tenere in piedi un mezzo (LaPresse)

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Duellanti Marc Marquez, 24 anni, e Andrea Dovizioso, 31

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