«Manovra snella» Gentiloni frena l’assedio dei partiti
«Il Paese cresce». Tari, il governo interviene
«Non bisogna sprecare il ritorno alla crescita» e per farlo servirà una manovra snella: il premier Paolo Gentiloni interviene a Bergamo dove incontra anche il presidente della Bce, Mario Draghi e loda l’impegno di famiglie e imprese. E il governo interviene sul caos Tari.
Il «punto di proiezione del nostro Paese nel mondo» ha le sembianze della Kilometro Rosso. In un «territorio a vocazione manifatturiera avanzata» (per dirla con le parole di Andrea Moltrasio, presidente del Consiglio di sorveglianza di Ubi) il premier sa che può «rivendicare l’orgoglio» per «la capacità di resilienza delle imprese e del lavoro». Paolo Gentiloni, ospite di Città impresa, la rassegna ideata da Dario Di Vico, editorialista del Corriere della Sera, arriva di prima mattina. Ad accoglierlo il patron della Brembo, Alberto Bombassei, che in questo chilometro ad alta innovazione ha stabilito il centro di ricerca sui sistemi frenanti. Venti minuti di discorso in cui non lesina stoccate al Parlamento, colpevole dell’assalto alla manovra. Quei 4 mila emendamenti non gli vanno giù, perché rischiano di trasformare la legge di Bilancio «in una nuvola di fumo». Proprio ora che l’Italia «sta tornando a crescere» in maniera convinta. Dopo «aver ridotto il deficit dal 5,3 al 2%». Una patente di credibilità che il Paese può esibire. Un tesoretto «da non dilapidare». I territori industriali, che il Festival sta raccontando, sono il detonatore della ripresa. Perché amplificatori del boom dell’export che a Bergamo è cresciuto del 45% in sette anni. «Di una cosa siamo certi — aggiunge Gentiloni —: siamo fuori dalla più grande crisi economica del dopoguerra, le previsioni di crescita erano dello 0,8% e oggi sono doppie. Questo risultato è merito «del lavoro, delle famiglie e delle imprese». E anche della «politica monetaria fortemente espansiva» della Bce, come ricorda Beltrasio. Ma la «morfina» del quantitative easing, che è in via di riduzione, suggerisce di non sprecare tempo prezioso. Un’ora dopo Gentiloni saluta calorosamente Mario Draghi e sua moglie Serena, raggiunti ad Assago, cintura di Milano. Il presidente dell’Eurotower, scalfito dalle rivelazioni sulla Popolare di Vicenza e sul lavoro della Vigilanza quando guidava la Banca d’Italia (2009), non si concede ai cronisti sul crac delle Venete. Il tema è un altro: i 60 anni di Africa Cuamm, il fiore all’occhiello delle ong italiane in campo sanitario. Gentiloni dice, e lo ascolta anche uno dei suoi predecessori, Romano Prodi, che «l’Italia è l’unico Paese che ha una politica decente in Europa sui fenomeni migratori». A Bruxelles non saranno d’accordo.