Corriere della Sera

QUANDO IL BOSS CHIEDE I DANNI ALL’IMMAGINE

- Di Aldo Grasso

Il boss Michele Zagaria chiede centomila euro di risarcimen­to da devolvere in beneficenz­a per i danni alla sua immagine causati dalla fiction «Sotto copertura 2-La cattura di Zagaria», trasmessa da Raiuno. L’ha comunicato lo studio legale Sartoris Lettieri di Cuneo (noi di Cuneo, per tramite totoesco, siamo «uomini di mondo»), che assiste il boss del clan dei Casalesi, detenuto in regime di carcere duro a Opera.

Bel problema teorico! Una fiction è dichiarata­mente una

Fiction Michele Zagaria ce l’ha con la fiction tv su di lui e vuole 100 mila euro

fiction, cioè opera di finzione, di fantasia, d’invenzione narrativa. Tutta la storia del cinema e della tv è piena di narrazioni che, prendendo spunto dalla realtà, hanno per protagonis­ti criminali: solo così possiamo imparare a fare i conti con la rappresent­azione delle tenebre. A proposito di fiction, Zagaria si era fatto costruire una villa sul modello di quella di Scarface interpreta­to da Al Pacino! Ecco il punto: una coloritura drammaturg­ica può scalfire un’immagine? E se sì, quale immagine? Michele «Capastorta» ha accumulato condanne definitive all’ergastolo e immense ricchezze, distribuit­e e reinvestit­e attraverso una serie di prestanome e d’imprese edili colluse e compiacent­i. Dobbiamo chiedere alla tv, al cinema, ai libri, al teatro di esimersi dal raccontare il Male, nel timore che ciò dia origine a comportame­nti emulativi o a richieste di risarcimen­to?

Infine, la beneficenz­a. Il bene come copertura del male è solo fiction.

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