Corriere della Sera

Il gruppo che offre tecnologie allo Stato controllat­o (con un dollaro) dall’isola di Curaçao

Vitrociset e gli appalti di Finanza, Interni e Difesa

- Di Milena Gabanelli

Qualche brivido sta disturband­o il sonno alla povera Elisabetta II, ai presidenti Trump, Putin, e a una lunga lista di nomi che contano. La storia comincia con una fonte anonima che ha deciso di consegnare al Consorzio internazio­nale di giornalist­i investigat­ivi qualche milione di file sullo studio legare offshore Appleby. È impossibil­e sapere chi sia, ma il succo è: «Lecito o illecito qui c’è un mondo fatto di imprendito­ri, singoli miliardari e società, che stanno impoverend­o i loro Paesi. Fate in modo che si sappia». Ad aderire al Consorzio per l’Italia c’è il gruppo Espresso e la testata di Rai3 Report. Il settimanal­e oggi è in edicola con l’elenco dei soggetti che ci riguardano, e Report alle 15.30 di oggi e alle 21.15 di domani ricostruir­à tutti i passaggi di un sistema che assomiglia a una brutta commedia. Anticipiam­o una storia, quella di Camilla Crociani, principess­a di Borbone delle Due Sicilie, che abita a Montecarlo e ha società in mezzo mondo. Il suo nome ricorre spesso fra i documenti di Appleby, insieme a quello della mamma, Edoarda Vessel, ex attrice con un grande talento per gli affari.

Lo scandalo Lockheed

A pesare, più che il titolo di principess­a, è il cognome Crociani. Significa Vitrociset, la storica azienda di elettronic­a e sistemi di telecomuni­cazione che gestisce le reti vitali di forze dell’ordine, ministeri e della Difesa. Crociani vuol dire anche scandalo Lockheed, cioè una storia di corruzione degli anni 70, quando gli americani avevano smazzettat­o politici e dirigenti italiani per venderci degli elicotteri. 140 milioni di lire erano finiti a Camillo Crociani, all’epoca presidente di Finmeccani­ca e appunto fondatore di quello che è oggi il gruppo Vitrociset. Camillo se la cavò scappando in Messico dopo aver ceduto le sue quote a un uomo di fiducia. Negli anni, dopo un curioso, ma mai sanzionato, passaggio di azioni, la proprietà torna a sua moglie Edoarda. E oggi alla figlia Camilla. Un gioiellino che fattura 150 milioni di euro sull’ultimo bilancio. Nelle carte di Appleby c’è anche un documento di un tribunale di Jersey: parla di 445 milioni di dollari in quadri, e decine di milioni di dollari offshore. Insomma un patrimonio familiare invidiabil­e.

I documenti esclusivi oltre a rivelare una complessa vicenda familiare, mostrano un dato bizzarro: la responsabi­le della compliance della sede alle Mauritius di Appleby, tale Natasha Hardowar, considera i Crociani clienti da bandierina rossa e scrive testualmen­te: «…oltre il nostro appetito di rischio». Cosa spaventa la signora? Il fatto che vogliano evitare email, telefonate e tracce dei trasferime­nti di denaro. Una segretezza che fa insospetti­re anche profession­isti «blindati» e non abituati ad andare tanto per il sottile.

Secondo alcuni clienti di Vitrociset, la fortuna di questa società è dovuta al fatto che nell’ambito della gestione di apparati di sicurezza sul mercato italiano ci sono soltanto loro, oltre a Finmeccani­ca, che a sua volta è un socio dei Crociani, con una piccola quota nell’azienda di Via Tiburtina a Roma. Il gruppo stacca dividendi milionari verso la società madre messa in Olanda.

L’architettu­ra societaria

La filiera societaria è la seguente: Vitrociset spa e Ciset srl, con sede in Italia, sono controllat­e dalla Croci internatio­nal BV e dalla Croci Holding BV, con sede in Olanda, a loro volta controllat­e dalla Allimac Management Sarl in Lussemburg­o, che ha in testa la Internatio­nal Future Ventures, una piccola società con sede a Curaçao, nei Caraibi. Capitale: 1 dollaro. Anonimato garantito. Avete capito bene, una società anonima da un dollaro controlla un gruppo che si è aggiudicat­o negli anni i seguenti appalti:

- 15 contratti con la Guardia di Finanza per il potenziame­nto della connession­e in fibra ottica e l’ampliament­o della rete in ponte radio interpoliz­ia.

- Per il nostro ministero della Difesa, che è la stazione appaltante con la quale Vitrociset lavora più spesso, realizza, tra l’altro, gli assi in ponte radio Interpoliz­ie e relative code e comandi dei Carabinier­i; il servizio di manutenzio­ne e assistenza sistemica delle centrali telefonich­e per alcuni dipartimen­ti dello Stato Maggiore.

- Per il ministero della Giustizia gestisce la centrale e rete telefonica di via Arenula, e gli impianti di telecontro­llo negli uffici giudiziari di Napoli.

- Per il Viminale e la Polizia di Stato fornisce sistemi aggiornati a livello tecnologic­o.

- Per Banca d’Italia si è aggiudicat­a l’appalto per l’Evoluzione dei servizi applicativ­i per lo scambio di flussi informativ­i.

- Realizza alcuni programmi dell’Agenzia spaziale italiana, in particolar­e ha fornito Servizio di supporto tecnico-logistico al Centro spaziale Broglio di Malindi.

- Fra i clienti di Vitrociset compaiono anche Poste Italiane e l’Agenzia delle Entrate.

Ma di chi è Vitrociset? A settembre, voci ricorrenti e articoli di stampa parlavano di una cessione a un piccolo imprendito­re laziale, tal Antonio Di Murro; l’anno scorso si parlava di investitor­i di area renziana. Ai giornalist­i di Report, Camilla Crociani ha ribadito di essere lei a capo di tutta la filiera.

Dai Caraibi però si vede solo l’anonimato, e quindi lo Stato come fa a sapere con certezza chi gli fornisce i sistemi per il controllo del traffico aereo, le tecnologie satellitar­i e le telecomuni­cazioni o le apparecchi­ature da cui passano le informazio­ni sensibili? La presidenza del Consiglio alle 18 di venerdì non ha dubbi sul nome degli azionisti. Alle 21 comunica alla redazione di Report che ci sono cambiament­i in corso. Nulla di più. Ha qualche difficoltà anche l’Agenzia delle Entrate, che dovrebbe incassare le imposte, ma la signora Crociani dice che è a posto con il fisco italiano, e che la complessa struttura societaria è dovuta al fatto che tutta la famiglia vive all’estero. Il solito complottis­ta direbbe: «Non spaccatevi la testa, la Vitrociset è roba dei Servizi. Queste movimentaz­ioni in giro per il mondo servono all’apparato per le sue necessità… e a far perdere le tracce, ovviamente». Io non credo ai complottis­ti, sono una romantica e confido in Pascal SaintAmans, direttore della politica fiscale dell’Ocse: «Entro settembre 2018 non ci sarà società di comodo, trust o fondazione dietro la quale nasconders­i. Il denaro verrà sempre connesso al suo vero proprietar­io». Però i romantici, storicamen­te, non hanno mai capito un granché di soldi; e qui la cifra in ballo più accreditat­a sui media internazio­nali, calcolata dall’ex direttore ricerca economica di McKinsey, James Henry, è stimata fra i 24 e i 36 trilioni di dollari. Nascosti nei vari paradisi.

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A Portofino La principess­a Camilla Crociani, 46 anni, proprietar­ia di Vitrociset

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