Corriere della Sera

Alfano: dialogo con altre forze ma si può pure andare da soli

La convention di Ap sul programma. «No a una destra becera»

- (Ansa) Dino Martirano

Duemila delegati convocati in fretta e furia a Roma per dimostrare che «Alternativ­a popolare c’è, dal Trentino a Lampedusa», e per confermare che alle elezioni politiche del 2018 il partito di Angelino Alfano, Maurizio Lupi, Beatrice Lorenzin, Tonino Gentile e Giuseppe Castiglion­e si caratteriz­zerà come forza dichiarata­mente europeista e antipopuli­sta. «Siamo pronti ad andare da soli alle elezioni — ha spiegato il ministro degli Esteri del governo Gentiloni e leader di Ap, Alfano — e noi con una certa destra a trazione leghista non vogliamo avere nulla a che fare». Di eventuali conferme di un’alleanza con il centrosini­stra — la sponda cui guarda gran parte di Ap, con l’eccezione dei lombardi che invece strizzano l’occhio a Berlusconi e a Maroni — se ne riparlerà nella direzione del 24 novembre: «Noi non abbiamo mai aderito al Pd né siamo diventati di sinistra ma abbiamo chiaro chi è contro l’Europa e chi ci vuole portare fuori dall’Euro, per cui chiunque verrà dovrà fare i conti con i nostri programmi», ha detto Alfano.

A sette giorni dalla disfatta siciliana (dove Ap, alleata con il Pd, non ha superato lo sbarrament­o del 5%), Alfano e Maurizio Lupi hanno promosso la conferenza programmat­ica in un albergo della periferia ovest di Roma riempiendo una grande sala con i delegati giunti («a spese loro») da ogni angolo della Penisola: «Per noi il momento non è facile — ha esordito Alfano — ma ci siamo e siamo orgogliosi di aver contribuit­o in questi anni a migliorare l’Italia. Senza la nostra scelta coraggiosa e responsabi­le la legislatur­a, con i risultati che ha prodotto, non sarebbe andata avanti». Agli ex amici di Forza Italia, Alfano manda a dire di smetterla «con le bugie e le ipocrisie su Ap»: «Noi non abbiamo cambiato partito, non siamo traditori. Abbiamo fondato un nuovo partito, quando ci è stato tolto il Pdl. Ben prima di noi Berlusconi aveva fatto un patto con Bersani per far nascere i governi Monti e Letta. Poi è giunto il patto del Nazareno. Per questo non accettiamo lezioni da Berlusconi».

Alfano ha elogiato Maurizio Lupi («Il mio compagno di banco in questa avventura»), fino a ricordare il «cinismo mediatico che lo colpì quando fu costretto a dimettersi da ministro». Il ruolo di Lupi — ora responsabi­le organizzat­ivo del partito — è centrale in Lombardia dove molti dirigenti di Ap, che appoggia la giunta Maroni, vogliono rimanere nel centrodest­ra in vista delle Regionali del 2018. Per questo Lupi ha provato a tenere più di una porta aperta: «È finita l’esperienza di questo governo. Non c’è una alleanza scontata. Qui si apre la discussion­e: in base alla legge elettorale qual è la scelta migliore per rappresent­are al meglio l’Italia al centro...».

Così, per Ap, la sfida del 3%, il milione di voti abbondante necessario per entrare in Parlamento, è appena iniziata. Altrimenti, un’alleanza con il Pd porterebbe sotto soglia forse una manciata di «collegi sicuri». Dall’altra sponda, Romani (FI) e Giorgetti (Lega) confermano la chiusura ad Ap: «Mai con Alfano».

L’incarico a Lupi Gli apprezzame­nti per Lupi che diventa coordinato­re del partito

 ??  ?? Sul palco Da sinistra Dore Misuraca, 60 anni, Fabrizio Cicchitto, 77, Sergio Pizzolante, 56, Beatrice Lorenzin, 46, Angelino Alfano, 47, Antonio Gentile, 67, e Maurizio Lupi, 58, ieri alla convention di Ap
Sul palco Da sinistra Dore Misuraca, 60 anni, Fabrizio Cicchitto, 77, Sergio Pizzolante, 56, Beatrice Lorenzin, 46, Angelino Alfano, 47, Antonio Gentile, 67, e Maurizio Lupi, 58, ieri alla convention di Ap

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