Il tribunale condanna la «good bank» di uno dei 4 istituti in default a risarcire un risparmiatore
La storia delle quattro banche salvate con l’applicazione del bail-in non è ancora chiusa. Un’ordinanza del tribunale di Ferrara ha dato ragione a un piccolo risparmiatore, che aveva investito circa 20 mila euro in azioni della Carife, chiedendo alla Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara, cioè l’Ente ponte creato per la cessione (alla Bper), il risarcimento integrale dell’investimento, azzerato dalle nuove regole europee sui salvataggi bancari, oltre alla rivalutazione Istat e al rimborso delle spese legali.
Una vittoria che potenzialmente ora apre la strada a centinaia di altre cause anche da parte degli investitori traditi da Banca Etruria, Banca Marche e CariChieti (comprate da Ubi) e non rimborsati.
«Il decreto salvabanche del 2015 stabiliva che il passaggio delle attività e delle passività delle banche in default alle bridge banks, i cosiddetti nuovi Enti ponte, con l’esclusione degli strumenti di capitale. Le azioni venivano perciò azzerate e la nuova Cassa di Ferrara non era tenuta a rispondere dei vecchi titoli emessi dalla vecchia banca. Questa ordinanza, invece, ha capovolto la situazione», afferma Stefano di Brindisi, 56 anni, partner dello studio Bdf (Bernardini, di Brindisi e Franchi), con sede a Bologna, Parma e Ferrara, che ha vinto la causa.
La svolta? La banca è stata condannata per un inadempimento di natura contrattuale. «Il giudice ha inteso l’azionista come il contraente di un contratto in forza del quale la banca è tenuta a fare quanto previsto in materia dal Testo Unico della Finanza (o Tuf) e dal decreto Consob attuativo della direttiva Mifid — spiega di Brindisi —. Questo cambia completamente la questione, perché la decisione del tribunale di Ferrara dà un’interpretazione autentica a quello che viene inteso per attività e passività che passano alla bridge bank». E vale anche per tutti gli altri risparmiatori incappati nel salvabanche. «Stiamo ricevendo centinaia di telefonate da tutta l’Italia. Bisogna fare una causa individuale».
Ma la vicenda peraltro fa già scuola, visto che è stata una sentenza della Corte di Cassazione a stabilire che è il giudice ordinario competente in materia e non il Tribunale delle imprese. Quindi ora le cause presentate presso il Tribunale delle imprese Gli istituti di credito finiti in risoluzione: le Casse di risparmio di Ferrara e di Chieti, Banca Etruria e Banca Marche. La nuova Carife è stata ceduta alla Bper vanno ripresentate presso il giudice ordinario.
L’ordinanza — non è una sentenza perché lo studio legale ha scelto la via del ricorso al 702 bis, possibile quando si può decidere allo stato degli atti — è datata 31 ottobre ed è arrivata in appena 4 mesi. Il tribunale di Ferrara ha condannato la Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara per non aver adempiuto all’articolo 34 del Testo Unico, che prevede una serie di obblighi di natura contrattuale, imponendo il risarcimento integrale del danno subito da un signore di Ferrara di 77 anni.
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@16febbraio