Corriere della Sera

Tabacci: perché la commission­e d’inchiesta non ascolterà Draghi

- L. Sal.

«Un’eventuale audizione di Mario Draghi sarebbe impraticab­ile: il presidente della Bce non può essere convocato dai Parlamenti degli Stati membri». Ma sarebbe ascoltato come ex Governator­e di Bankitalia. «C’è anche un questione di opportunit­à. Draghi ci ha salvato in questi anni. Tirarlo in mezzo sarebbe un suicidio. Ma gli potremmo chiedere un intervento scritto sulla crisi del debito nel 2011». Bruno Tabacci è componente della commission­e d’inchiesta sul sistema bancario e si dice pronto alle dimissioni. Perché? «Il Pd vuole ascoltare Consoli, Zonin e D’Aguì, i dominus delle banche venete. Siamo pazzi?»

Cosa c’è che non va?

«Daremmo loro una tribuna per scaricare le responsabi­lità. Sono coinvolti in procedimen­ti giudiziari, lasciamo alla magistratu­ra il suo lavoro. Altrimenti la commission­e si trasforma in un circo e mi stupisce che sia il Pd a perseguire l’obiettivo». Quando sentirete Visco? «Immagino verso metà dicembre, insieme al ministro Padoan. E forse con gli ex ministri Tremonti e Saccomanni. Sarà il presidente Casini a definire il programma. Ma, una volta sciolte le Camere, noi potremo lavorare solo alla relazione finale». La resa dei conti? «Spero di no. La commission­e deve sottolinea­re le cose che non sono andate, come i rapporti tra Banca d’Italia e Consob o le vendite dei bond subordinat­i ai propri clienti da parte delle banche. E suggerire soluzioni legislativ­e».

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Inchiesta Bruno Tabacci, 71 anni, fa parte della commission­e sulle banche

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