Brizzi si difende e minaccia querele Asia Argento: «Non ci fai paura»
Il regista romano smentisce le accuse di molestie. Il legale: «Solo ipotetiche segnalazioni»
Nessuna molestia, mai. Il regista Fausto Brizzi, che sussurri, sospetti e veleni tra addetti ai lavori e social network avrebbero indicato come il Weinstein italiano, ovvero il «regista romano e quarantenne» che secondo un’inchiesta delle Iene avrebbe sottoposto le sue attrici a ripetuti e pesanti approcci sessuali non graditi, isolato nella sua casa all’Aventino, si affida a un avvocato di fiducia, Antonio Marino, e respinge le accuse infamanti, derubricandole a «ipotetiche segnalazioni fatte da persone di cui non viene precisata l’identità».
Disperato e dimagrito. È il ritratto di Fausto Brizzi che in poche settimane ha visto sgretolarsi il mondo all’apparenza perfetto in cui si muoveva dopo le allusioni e i sospetti che si sono fatti sempre più fitti intorno al suo nome. Sarebbe lui «il regista romano sui 40 anni» accusato da diverse attrici (sarebbero una decina) di averle molestate o addirittura violentate.
La porta del precipizio si apre il 22 ottobre dopo la puntata delle Iene, quando una ragazza con il volto «blurato» (sfuocato, in gergo televisivo) racconta di un suo provino finito con il regista (di cui non fa il nome) a masturbarsi davanti a lei. Nell’ambiente del cinema molti si dicono sorpresi, no non può essere lui, il regista di Notte prima degli esami (e sequel) e Maschi contro femmine (e sequel), appassionato di supereroi e fumetti (Alan Ford il preferito). Certo è che le voci iniziano a circolare, il suo nome viene fatto sempre più insistentemente e le conseguenze non tardano ad arrivare.
Il capitolo più doloroso è quello privato. La moglie Claudia Zanella (è attrice anche lei, sono sposati da tre anni e hanno una figlia piccola) lo avrebbe
Nessuna in effetti ha mai fatto esplicitamente il suo nome, non ancora, perlomeno, anche se per stasera la trasmissione di Italia Uno promette nuove rivelazioni. «Mai e poi mai nella mia vita ho avuto rapporti non consenzienti o condivisi», sostiene il regista, scrittore e sceneggiatore, e stavolta non è il sequel del suo Femmine contro maschi. Nel comunicato inoltre smentisce anche la voce secondo la quale aveva dato mandato «per trattare il risarcimento in favore di presunte vittime» e minaccia di querelare «chiunque affermi il contrario», ammette però di aver sospeso la propria attività «in via precauzionale, per evitare strumentalizzazioni».
Non sembra credergli Asia Argento che su Twitter provoca così: «Querelaci tutte! Non ci fai paura!». Giorgia Ferrero invece, una delle tre attrici (le altre erano Giovanna Rei e Tea Falco che ora risponde: «Non ho più niente da dire») intervistate nel primo servizio della Iena Dino Giarrusso, conferma che «non parlavo affatto di Brizzi e mi dispiace che sia venuto fuori il suo nome».
Il mittente di una lunga catena di messaggi pecorecci, compresa richiesta di foto intime, sarebbe un regista napoletano sui cinquanta. «Famoso, sì. Ho dovuto pure smentire che si trattasse di Paolo Sorrentino, visto che ho avuto una particina ne La grande bellezza. Ma è il sistema che è marcio, questi mostri giocano con i nostri sogni, le nostre povere illusioni. Sanno che siamo fragili, che non siamo tutti premi Oscar e magari non lavoriamo da mesi e che una loro parola ti può cambiare la vita ed è questa la peggiore umiliazione».