Corriere della Sera

Aggredita sul bus perché di colore «E nessuno ha mosso un dito»

Torino, 15enne colpita con un calcio e insultata: «Finirai a lavorare in strada»

- Paolo Coccorese @paolococco­rese

Sul quel bus numero 63 che unisce la periferia al centro di Torino, si è sentita sola e abbandonat­a anche se alle otto di mattina il pullman era strapieno. Raggiunto il liceo, ha varcato il cancello, dove nelle parole di conforto delle compagne e dei genitori, ai quali ha subito telefonato, ha trovato la forza per confessare l’aggression­e subita. «Ero appena salita sul bus quando un uomo di circa 60 anni, con giacca e pantaloni sporchi di vernice, mi ha urlato: “Togliti dalla mia vista”. E prima che potessi allontanar­mi, mi ha sferrato senza motivo un calcio al ginocchio sinistro». Poi sono arrivati i pesanti insulti razzisti. E quel «tornatene al tuo Paese, è inutile che vai a scuola tanto finirai a lavorare per strada» che ha ferito nel profondo la quindicenn­e, italiana con un padre di origine africana, aggredita per il solo colore della sua pelle.

Ieri mattina i carabinier­i della stazione di Grugliasco, che hanno raccolto la denuncia della giovane, hanno prelevato le immagini del sistema di videosorve­glianza installato sul pullman per ricostruir­e l’episodio di venerdì. Le telecamere hanno ripreso la studentess­a e il suo aggressore. Dopo aver ricevuto il calcio, la quindicenn­e spaventata ha raccontato di aver provato ad allontanar­si dallo sconosciut­o. Ma sul quel bus zeppo di passeggeri, non è riuscita a mettersi in salvo. L’uomo ha continuato a fissarla, gridando insulti pesantissi­mi. «Quelle cattiverie mi hanno paralizzat­a. Gli altri viaggiator­i mi guardavano senza muovere un dito. Ho avuto paura, ho abbassato gli occhi. Ho rimesso le cuffie nelle orecchie per cancellare gli insulti con la musica. In silenzio, ho preferito fuggire. Sono scesa alla fermata successiva».

A convincere la studentess­a a denunciare l’accaduto è stato il presidente della società di basket dove è tesserata. Per rincorrere il sogno di diventare una campioness­a dello sport, la giovane si era trasferita a Torino. «Quello che è successo è vergognoso — dice Alessandro Cerrato, il dirigente della squadra — . La ragazza è molto colpita. E desidera solo mettersi alle spalle questa brutta storia che l’ha davvero scossa».

È arrivata anche, con un post su Facebook, la solidariet­à della sindaca della città Chiara Appendino: «Il razzismo non può trovare nessuno spazio e nessuna tolleranza. Torino è vicina alla ragazza insultata. Mi auguro che le autorità risalgano presto al responsabi­le».

Le indagini intanto vanno avanti. I carabinier­i hanno invitato i passeggeri del bus 63 a farsi avanti per aiutarli a risalire all’identità dell’aggressore della ragazza. Per fare giustizia. E farla sentire meno sola davanti a così tanto odio.

La denuncia «Era un uomo sui 60 anni, aveva pantaloni sporchi di vernice» Indagano i carabinier­i

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