Davide, il signore degli asteroidi «Così controllo se si avvicinano»
Il 33enne alla Nasa: mi manca giocare a calcio
Nel 2023 un pezzo di sistema solare primordiale tornerà sulla Terra. Sarà la seconda volta che accadrà in tutta la storia dell’umanità, dopo che il veicolo giapponese Hayabusa aveva compiuto l’impresa sette anni fa. È questo l’obiettivo della missione Osiris-Rex della Nasa, nel cui comitato scientifico figura anche un italiano: Davide Farnocchia, scienziato 33enne made in Italy che ora lavora al Jet Propulsion Laboratory della Nasa.
Farnocchia si occupa di calcolare le traiettorie di asteroidi e comete per supportare missioni spaziali, osservazioni scientifiche, e per analizzare le possibilità che uno di questi corpi celesti possa impattare con la Terra. «Osiris-Rex raggiungerà l’asteroide Bennu nel 2018, ne collezionerà un campione e lo porterà sulla Terra per essere analizzato in laboratorio», spiega lo scienziato. Che dopo essersi lasciato alle spalle un’improbabile carriera accademica in ingegneria civile, incoraggiato dagli amici e dalla fidanzata, ha deciso di dedicarsi a quelle che erano state da sempre le sue reali passioni: la matematica e la fisica. «Scherzando dico sempre che non ero abbastanza bravo per fare il matematico — aggiunge —, ma un cattivo matematico basta e avanza per fare un buon ingegnere aerospaziale».
Le sue giornate non sono scandite solo da orbite e dati spaziali, ma anche dai figli che corrono sul pavimento di casa: «La mia passione più grande è quella di fare il papà — racconta —. Ho due splendide bambine piccole e cerco di passare più tempo che posso con loro». È parlando del legame con la famiglia che nelle parole di Farnocchia si intravede la nostalgia di casa: «La rinuncia più grande — confessa — è senza dubbio il fatto che le mie figlie possano passare poco tempo con la famiglia e in particolare con i loro nonni». Anche correre sul campo da calcio, insieme alla propria squadra, non è la stessa cosa dall’altra parte del mondo: «Giocare con la mia vecchia squadra in Italia mi manca molto. Adesso partecipo a un piccolo campionato amatoriale a Pasadena, ma non è la stessa cosa».
Una scelta difficile, che si è rivelata azzeccata visti i traguardi raggiunti, primo tra tutti quello dell’ottobre 2014, in occasione dell’incontro ravvicinato tra Marte e la cometa C/2013 A. Come una specie di Caronte, Farnocchia ha avuto
La missione Collabora col team che nel 2023 riporterà un pezzo di sistema solare primordiale sulla Terra
il compito di «traghettare» al sicuro le sonde attorno a Marte, che avrebbero potuto essere danneggiate dalla polvere contenuta nella coda della cometa. «Sono stato molto contento quando abbiamo ricevuto le prime immagini della cometa ottenute dal Mars Reconneissance Orbiter — dice —: si trattava soltanto di pochi pixel, ma confermavano che la cometa era esattamente dove avevo calcolato e che quindi le sonde erano al sicuro». Farnocchia racconta dei traguardi raggiunti con estrema naturalezza, definendo la propria vita ordinaria. «La mattina vado a correre, spesso riesco a lavorare con il portatile all’aria aperta: uno dei benefici di vivere a Pasadena è che il tempo qui è bello tutto l’anno». E tornando a casa la sera ritrova le sue stelle più preziose, che non sono quelle distanti anni luce.