Marquez, pole ammazza-sogni A Dovizioso serve un miracolo
Marc blinda il Mondiale, Andrea scatta nono: «Era impossibile anche prima...»
DAL NOSTRO INVIATO
C’è una griglia di partenza su cui sembra già bruciato ogni sogno: Marquez è in pole, Dovizioso è nono, in terza fila. E, ancora più pesante, c’è una rassegna di opinioni che non lascia speranze: «Le possibilità di Dovi? 10 su 100, forse 15» (Lorenzo); «Viste le qualifiche, l’eventualità che Dovi ce la faccia è molto remota» (Rossi); «Se fossi in Dovizioso comincerei a preoccuparmi» (Marquez). «Era abbastanza impossibile prima e lo resta adesso: le mie possibilità sono bassissime» (Dovizioso).
Dunque perché mai dovremmo correre nel Ricardo Tormo oggi a 300 all’ora, contro quel muro invalicabile alto 21 infiniti punti? Corriamo perché ovviamente nulla nella vita è mai scritto prima di cominciare, e perché solo una bella gara onesta, a testa alta e gas sparato può sigillare la magnifica stagione di Andrea Dovizioso e della Ducati. Alla fine dovrà comunque essere chiaro che il secondo non sarà il primo dei fessi ma solo un campione che stringerà la mano a un altro campione in coda a uno dei campionati più esaltanti di sempre, una lunga sfida in cui sei (o addirittura sette) successi non saranno bastati per conquistare il titolo quando in passato ci sono stati piloti incoronati con due.
Stabilito il principio etico del match, resta da chiedersi dove si fondi quel briciolo di chance attribuite a Dovizioso, e la risposta è: in un errore di Marquez. Ieri il Joker è caduto ancora in qualifica, toccando quota 27 crash stagionali. In (Afp)
più, in prima fila con lui ci sono due teste calde come Zarco e Iannone che potrebbero sconvolgere la scena al via. «Siamo i peggiori su piazza…» dice Marc. Un imprevisto può accadere, certo, ma MM se la ride («Sinceramente sarei più nervoso (Afp)
se fossi nei panni di Andrea...») e Dovizioso neanche vuole pensarci: «Intanto Iannone e Zarco disturbano sempre tutti, non uno in particolare… E poi Marquez non è stupido: non partirà per fare il vuoto, si guarderà in giro e solo se vedrà che io non sono competitivo proverà a vincere». Lo spagnolo concorda: «Qui ho deciso di andare “Marquez style” fino a dopo il warm up, poi mi limiterò». Senza contare che, ammesso e non concesso che MM sbagli, Dovizioso sa bene che per la vittoria, il suo unico approdo possibile, «ci sono anche Pedrosa, Lorenzo, Zarco e Iannone...»: tutti finora hanno dimostrato di muoversi meglio su una pista che il ducatista sente poco. E allora, per non impazzire, meglio respirare profondo, azzerare le parole, sapere che «non abbiamo potere su Marquez» e provarci sapendo che il finale di questo storico D-Day «è ancora tutto da scrivere» mentre la sua morale è già chiara da un po’: all’ultimo round, peso finalmente massimo ancora in piedi e fiero in mezzo al ring, ci è arrivato Andrea e nessun altro. E adesso fuori i secondi.