Corriere della Sera

Marquez, pole ammazza-sogni A Dovizioso serve un miracolo

Marc blinda il Mondiale, Andrea scatta nono: «Era impossibil­e anche prima...»

- Alessandro Pasini

DAL NOSTRO INVIATO

C’è una griglia di partenza su cui sembra già bruciato ogni sogno: Marquez è in pole, Dovizioso è nono, in terza fila. E, ancora più pesante, c’è una rassegna di opinioni che non lascia speranze: «Le possibilit­à di Dovi? 10 su 100, forse 15» (Lorenzo); «Viste le qualifiche, l’eventualit­à che Dovi ce la faccia è molto remota» (Rossi); «Se fossi in Dovizioso comincerei a preoccupar­mi» (Marquez). «Era abbastanza impossibil­e prima e lo resta adesso: le mie possibilit­à sono bassissime» (Dovizioso).

Dunque perché mai dovremmo correre nel Ricardo Tormo oggi a 300 all’ora, contro quel muro invalicabi­le alto 21 infiniti punti? Corriamo perché ovviamente nulla nella vita è mai scritto prima di cominciare, e perché solo una bella gara onesta, a testa alta e gas sparato può sigillare la magnifica stagione di Andrea Dovizioso e della Ducati. Alla fine dovrà comunque essere chiaro che il secondo non sarà il primo dei fessi ma solo un campione che stringerà la mano a un altro campione in coda a uno dei campionati più esaltanti di sempre, una lunga sfida in cui sei (o addirittur­a sette) successi non saranno bastati per conquistar­e il titolo quando in passato ci sono stati piloti incoronati con due.

Stabilito il principio etico del match, resta da chiedersi dove si fondi quel briciolo di chance attribuite a Dovizioso, e la risposta è: in un errore di Marquez. Ieri il Joker è caduto ancora in qualifica, toccando quota 27 crash stagionali. In (Afp)

più, in prima fila con lui ci sono due teste calde come Zarco e Iannone che potrebbero sconvolger­e la scena al via. «Siamo i peggiori su piazza…» dice Marc. Un imprevisto può accadere, certo, ma MM se la ride («Sinceramen­te sarei più nervoso (Afp)

se fossi nei panni di Andrea...») e Dovizioso neanche vuole pensarci: «Intanto Iannone e Zarco disturbano sempre tutti, non uno in particolar­e… E poi Marquez non è stupido: non partirà per fare il vuoto, si guarderà in giro e solo se vedrà che io non sono competitiv­o proverà a vincere». Lo spagnolo concorda: «Qui ho deciso di andare “Marquez style” fino a dopo il warm up, poi mi limiterò». Senza contare che, ammesso e non concesso che MM sbagli, Dovizioso sa bene che per la vittoria, il suo unico approdo possibile, «ci sono anche Pedrosa, Lorenzo, Zarco e Iannone...»: tutti finora hanno dimostrato di muoversi meglio su una pista che il ducatista sente poco. E allora, per non impazzire, meglio respirare profondo, azzerare le parole, sapere che «non abbiamo potere su Marquez» e provarci sapendo che il finale di questo storico D-Day «è ancora tutto da scrivere» mentre la sua morale è già chiara da un po’: all’ultimo round, peso finalmente massimo ancora in piedi e fiero in mezzo al ring, ci è arrivato Andrea e nessun altro. E adesso fuori i secondi.

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Joker Marquez, 24 anni, 5 titoli vinti Lo sfidante Dovizioso, 31 anni

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