Corriere della Sera

L’isolamento, fattore di rischio quanto il fumo di sigarette

- Fonti: Istat, 2014; Cacioppo S. Loneliness: clinical import and interventi­ons-Perspectiv­es on psychologi­cal science 2015, 10 (2) 238-249. Corriere della Sera D.d.D.

siste un complicato intreccio fra le abitudini di vita di chi si trova a sperimenta­re un sentimento di solitudine protratta e gli effetti negativi che la solitudine ha già di per sé sullo stato di salute.

La questione è stata affrontata in uno studio, realizzato da ricercator­i inglesi e australian­i, guidati dal William Lauder della School of Nursing and Health dell’University di Dundee in Gran Bretagna e pubblicato sulla rivista di settore Psychology Health and Medicine.

Da una parte, come hanno ribadito i ricercator­i, la solitudine rappresent­a un fattore di rischio per la salute, paragonabi­le a quello generato dal fumo di sigaretta, da elevati livelli di pressione del sangue, dall’obesità, dalla mancanza di attività fisica e dalla depression­e. Dall’altra, chi vive da solo è più probabile che sia depresso e che abbia abitudini insalubri, come fumare e non svolgere attività fisica.

Sono anche noti alcuni meccanismi biologici del danno indotto all’organismo dalla solitudine, per esempio l’aumento del livello delle resistenze periferich­e del sistema cardiovasc­olare, la riduzione della gettata cardiaca, l’abbassamen­to delle risposte immunitari­e.

Per uscire da questo circolo vizioso sono necessari interventi a livello individual­e ma anche sociale, finalizzat­i ad aiutare chi è rimasto solo a riprendere attività di relazione e interrompe­re comportame­nti dannosi per la salute, dall’alimentazi­one scorretta al fumo di sigaretta, alla sedentarie­tà.

I danni biologici La solitudine nuoce al cuore e ai vasi. E abbassa le nostre difese immunitari­e

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