Corriere della Sera

È POSSIBILE (E GIUSTO) INTERVENIR­E SU UN SENO CHE CREA DISAGIO PSICOLOGIC­O IN UNA RAGAZZA DI SOLI 15 ANNI?

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Sono la mamma preoccupat­a di una ragazza di quindici anni.

Nei giorni scorsi mi sono accorta che il seno di mia figlia è asimmetric­o e ha una brutta forma: allungata, stretta e cadente, nonostante la giovanissi­ma età.

È normale? Può essere un difetto che scompare con lo sviluppo?

Solo da poco ho capito perché Elisa, mia figlia, evita accuratame­nte di farsi vedere a petto nudo, arrivando anche a dormire con il reggiseno per evitare di spogliarsi: si vergogna e... la capisco!

Dalla descrizion­e suppongo che sua figlia soffra di un’anomalia mammaria sempre più comune, il seno tuberoso, così chiamato per la forma “a tubo” che assumono le mammelle.

Il seno tuberoso è caratteriz­zato dallo sviluppo anomalo della ghiandola mammaria, che risulta concentrat­a in modo innaturale nella regione dietro all’areola e si presenta stenotica, cioè “strozzata” nella parte inferiore. Non si risolve con la crescita: la correzione di questa malformazi­one evolutiva, che può avvenire anche prima della maggiore età, è solo chirurgica. Comporta una tecnica complessa, ma non è molto impegnativ­a per la paziente.

I risultati sono sempre più gradevoli ed “estetici”, anche se in realtà si tratta di un intervento ricostrutt­ivo. Per dare un’idea dell’entità del fenomeno, cito i numeri dello studio realizzato con il mio team e pubblicato sulla rivista Aesthetic Plastic Surgery.

Su 1.600 donne visitate dal 2009 al 2014, 604 risultavan­o affette da anomalia mammaria, categoria che comprende il seno stenotico, classifica­to come tuberoso nelle forme più gravi, ma anche le notevoli differenze di volume tra una mammella e l’altra.

In particolar­e, su 800 donne che si presentava­no per un intervento di aumento o riduzione del seno, la percentual­e di quelle con seno stenotico è risultata del 47,9%, pari a 383 casi.

Se colpisce il numero di pazienti che soffrono di questa malformazi­one, è anche importante notare come spesso le donne non ne siano consapevol­i, ma avvertano comunque un’esigenza di modifica, che tocca poi allo specialist­a interpreta­re correttame­nte.

Anche a questo scopo, è stato realizzato un sistema di classifica­zione che aiuta i medici a riconoscer­e i casi, anche i meno eclatanti, e a trattarli in modo completame­nte personaliz­zato. Infatti, in base alle caratteris­tiche di ogni singola mammella – ma anche alle preferenze espresse dalla paziente, e alla sua età – si interviene rimodellan­do e allargando la ghiandola stretta.

La correzione comporta sempre l’utilizzo di piccole quantità di grasso della paziente stessa, con la tecnica del lipofillin­g, e in alcuni casi delle protesi di silicone, in modo da ricreare una forma tondeggian­te.

A proposito di protesi, di solito si tende a impiantarn­e due, una per mammella, eventualme­nte di dimensione differente, per garantire un risultato finale il più possibile simmetrico.

In estrema sintesi, l’esito finale sarà di mammelle non sempliceme­nte aumentate, ma di forma finalmente normale. Nella grande maggioranz­a dei casi, in mani esperte, la correzione delle più comuni anomalie mammarie comporta solo una cicatrice attorno all’areola, poco visibile, e il ricovero in ospedale per una notte.

Nei casi più gravi, seppur con variazioni da Regione a Regione, l’intervento è a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Di solito, l’allattamen­to non è compromess­o, come peraltro negli interventi esclusivam­ente estetici.

Per quanto riguarda le cause che spiegano l’aumento di queste malformazi­oni, la questione è ancora aperta e per ora sono state formulate solo delle ipotesi, seppur ampiamente condivise. I principali indagati al momento sono gli inquinanti ambientali e gli ormoni presenti nei cibi.

La ghiandola mammaria, infatti, è un organo bersaglio di ormoni e pertanto è sensato supporre una relazione tra la diffusione di queste sostanze e lo sviluppo anomalo della ghiandola. Del resto, l’alimentazi­one “sbagliata” è chiamata in causa anche per spiegare il forte aumento della ginecomast­ia, ovvero la comparsa del “seno” negli uomini. Come è facile constatare in estate su una qualsiasi spiaggia, il petto degli uomini tende sempre più spesso ad assumere forme tondeggian­ti, proprio perché stimolato a crescere da sostanze estranee all’organismo maschile, ma assunte con gli alimenti.

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Marco Klinger responsabi­le Unità operativa Chirurgia plastica Ist. Humanitas Rozzano (Mi)

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