Corriere della Sera

La «fase due» di Bankitalia

Il segretario dem: cosa è accaduto nella vigilanza delle venete? Il leader FI: irresponsa­bile coinvolger­e Draghi

- Di Federico Fubini

La Banca d’Italia ormai ha deciso di passare a una sorta di «fase due», un cambio di passo. Non si limiterà più a subire gli attacchi, risponderà con gli argomenti e le esperienze di cui dispone: dal caso Etruria al tempo prezioso perso dal governo nel 2016 nell’affrontare alla radice le crisi di Monte dei Paschi e delle banche venete.

Scrive: «Sulla gestione degli organismi di vigilanza le cose non hanno funzionato come avrebbero potuto e dovuto» e questo perché «Banca d’Italia e Consob non hanno garantito un sistema di controlli efficiente». E aggiunge: «Anziché continuare a usare Banca Etruria come comodo alibi per azzerare ogni critica sarebbe interessan­te capire cosa è successo nella vigilanza sugli istituti veneti e non solo». Ma comunque «il tempo ci darà ragione».

Sulla questione banche e vigilanza, il segretario Pd Matteo Renzi non ci sta a fare la parte del cattivo e, in una lettera al quotidiano La Stampa, sottolinea «il giudizio politico negativo» sull’operato di Consob e Banca d’Italia per i loro «consuna trolli non efficienti», ma ribadisce anche «il clima di piena collaboraz­ione istituzion­ale con Banca d’Italia» anche dopo il commissari­amento di Banca Etruria che, secondo alcune ricostruzi­oni, sarebbe dietro allo scontro con il governator­e Ignazio Visco: «Nes- freddezza» tra il suo governo e Palazzo Koch scrive Renzi e chiama in causa il suo ministro dell’Economia: «Come potrà agevolment­e confermare il ministro Pier Carlo Padoan: nessun problema istituzion­ale». Però poi attacca: «Sarebbe interessan­te capire cosa è accaduto nella vigilanza sugli istituti veneti e non solo, anziché continuare a evocare la vicenda Banca Etruria usandola come comodo alibi per azzerare ogni critica». E poi affonda: «Se in questi anni le autorità della vigilanza avessero passato il proprio tempo leggendo meglio i documenti dei loro colleghi, probabilme­nte il mondo del credito e della finanza oggi starebbe meglio».

Sembra risponderg­li a distanza Silvio Berlusconi che, in un’intervista al Quotidiano Nazionale, parla di «un tentativo di usare la questione banche a scopi elettorali, da diverse parti». Ma «non è così che si dovrebbe trattare un tema tanto delicato».

E biasima il «gettare la colpa in modo indiscrimi­nato sul sistema bancario, o su Bankitalia, o sulla Consob: non soltanto è sbagliato, ma non serve a capire chi sono i veri responsabi­li, né a punirli». Non solo: «Coinvolger­e l’ex governator­e Mario Draghi è davvero da irresponsa­bili: è l’uomo che con le sue politiche ha contribuit­o a stabilizza­re l’economia italiana e probabilme­nte ha salvato l’euro in questi anni». Non serve, dice Berlusconi, «mettere sotto processo il sistema bancario perché alcuni singoli banchieri hanno operato male o hanno truffato i clienti, a maggior ragione questo vale nei confronti della Banca d’Italia». Io credo, sottolinea l’ex premier, «che la responsabi­lità sia sempre personale: se qualcuno ha commesso degli errori, li si esamini, senza incolpare i vertici in modo generico».

Intanto, il capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta da vicepresid­ente della Commission­e d’inchiesta sulle banche chiede al presidente Pierferdin­ando Casini di allargare l’indagine anche alla crisi dello spread del 2011. E di acquisire documentaz­ione e audizioni delle parti anche per Mps e le altre 4 banche, tra cui Etruria.

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Banchieri centrali Il governator­e Ignazio Visco, 67 anni, e il presidente Bce, Mario Draghi, 70 anni

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