Corriere della Sera

L’irritazion­e degli ex 007: «Il presidente è stato ingenuo»

- Di Giuseppe Sarcina

Gli ex vertici dei servizi segreti sono rabbiosame­nte preoccupat­i. John Brennan, già direttore della Cia: «Per qualche motivo il presidente Trump sembra intimidito da Putin, impaurito da quello che potrebbe dire o che potrebbe venire fuori dalle indagini (sul Russiagate, ndr). Sta dimostrand­o di poter essere condiziona­to se qualcuno fa leva sul suo ego o se punta sulle sue insicurezz­e. Questo è molto, molto inquietant­e, un pericolo per la sicurezza nazionale». Aggiunge James Clapper, fino al 20 gennaio 2017 alla testa del National Intelligen­ce, la struttura cui fanno capo le 17 agenzie americane: «Il fatto che Trump creda più alle parole di Putin che a quelle dell’intelligen­ce è immorale. Penso che i cinesi e i russi siano convinti di poterlo prendere in giro». È la risposta di Brennan e Clapper, intervista­ti ieri mattina dalla Cnn, all’ultima o forse penultima uscita di Trump sul dossier russo. Sabato scorso, parlando con i giornalist­i sull’Air Force One in viaggio verso Hanoi, il leader della Casa Bianca aveva commentato il fugace incontro con Putin. Aveva anche ricostruit­o la genesi dell’inchiesta sulle interferen­ze del Cremlino nella campagna elettorale americana. Le parole di Trump: «Da chi è stata condotta l’inchiesta? Ma dai, fatemi il favore… da tre vecchi ronzini della politica, Clapper, Brennan e James Comey (il direttore dell’Fbi licenziato da Trump il 9 maggio scorso, ndr)». Il giorno dopo, nella conferenza stampa con il presidente del Vietnam, il leader americano ha cercato di correggere: «Per quanto mi riguarda io sto con le nostre agenzie di intelligen­ce, in questo momento guidate da persone di alto livello». Ma non è stato sufficient­e per schivare anche questa polemica. Brennan ha replicato con durezza: «Il presidente dovrebbe vergognars­i». Il senatore repubblica­no John McCain insiste sul punto chiave. Trump, lo ha ricordato ancora via Twitter, è convinto che Putin possa essere un fattore chiave per risolvere le crisi mondiali: dalla Corea del Nord alla Siria. «Pura ingenuità — osserva McCain — Putin non ha certo a cuore gli interessi americani».

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