Corriere della Sera

Tari, rischio aumenti per ripagare la spesa dei rimborsi

L’Anci: il costo dello smaltiment­o va coperto, possibile una redistribu­zione dell’onere su tutti i cittadini

- Di Fabio Savelli

Sei euro in più. Questa l’entità del possibile rincaro della Tari per ripagare la spesa dei rimborsi. L’Anci, l’Associazio­ne dei Comuni, ha spiegato che il costo dello smaltiment­o va coperto, per questo sarà necessaria una redistribu­zione dell’onere sui cittadini.

A Catanzaro hanno già calcolato il «danno»: una perdita di gettito di 32.940 euro. Così l’amministra­zione ha fatto sapere che dall’anno prossimo si cambierà registro: 80 centesimi in più per tutti i residenti della città calabrese da inserire nella bolletta della Tari. A Milano, dopo la dichiarazi­one a caldo del sindaco Giuseppe Sala — che ha promesso il rimborso immediato a chi ha pagato erroneamen­te di più — arrivano le prime precisazio­ni. «L’errore c’è stato, ma il costo dello smaltiment­o dei rifiuti va comunque coperto. E quindi dall’anno prossimo l’ammontare della quota variabile (che viene quantifica­ta in circa 12 milioni, ndr) relativa ai box — spiega l’assessore al Bilancio, Roberto Tasca — va corrispost­a da chi non ne ha».

Metterci una pezza ora, dopo quattro anni, di regolament­i comunali sbagliati, rischia di trasformar­si in un salasso aggiuntivo per il contribuen­te finale. «Il paradosso — spiega Tasca — è che dall’anno prossimo il pagamento della Tari potrebbe ledere il principio redistribu­tivo dei tributi». Perché a Milano chi ha diversi box auto ha pagato in proporzion­e impropriam­ente di più di chi non ne ha neanche uno (che potrebbe essere costretto a dover pagare 6 euro in più per componente familiare). Secondo Giuseppe L’Abbate, parlamenta­re del Movimento 5 Stelle e primo ad accorgersi dell’errata applicazio­ne della Tari, tanto da presentare un’interrogaz­ione parlamenta­re — le cose non stanno esattament­e così. «La tassa rifiuti può essere “coperta” in mille altri modi — spiega — . La parte variabile della Tari andrebbe calcolata, stando almeno alla teoria normativa, sugli effettivi rifiuti prodotti oppure stimando il peso di questi in relazione ai componenti del nucleo familiare. Pertanto gli amministra­tori dovrebbero adoperarsi per applicare un nuovo modo di calcolo che punti alla tariffazio­ne puntuale sugli effettivi rifiuti prodotti/riciclati».

Il punto cruciale è tutto qui. Quanto costa smaltire i rifiuti? È impossibil­e saperlo perché la spesa varia da Comune a Comune. Il criterio del costo standard non è stato recepito. Secondo alcune stime del ministero delle Finanze — che è l’ente vigilante dei regolament­i comunali che disciplina­no la tassa sui rifiuti — varia dai 130 euro al quintale per i municipi più virtuosi ai 600 euro per quelli più spreconi. Una forbice incomprens­ibile. «Spiegabile — rileva Guido Castelli, sindaco di Ascoli Piceno e responsabi­le della finanza locale dell’Anci (l’Associazio­ne nazionale dei Comuni) — in una serie di costi che spaziano dalla mancanza di termovalor­izzatori all’intervento di una serie di operatori nella filiera dei rifiuti che alzano il costo a valle». Qualcosa però non ha funzionato se si è arrivati a questo punto. Che trasmette al contribuen­te la sensazione di essere stato raggirato. Il sottosegre­tario alle Finanze, Pier Paolo Baretta, ha detto che la legge era chiara e che è stata recepita male da alcuni Comuni. Castelli dice invece che lasciava margini di discrezion­alità. Interessan­te è il ruolo di Ifel, la fondazione dell’Anci consulente dei Comuni sui tributi locali. Il costo del suo funzioname­nto (12 milioni) viene pagato dai contribuen­ti. Perché equivale al 6 per mille dell’imponibile Imu dei Comuni. «L’esito finale è paradossal­e — denuncia L’Abbate —. Io contribuen­te pago l’Anci per fare consulenza ai Comuni. Pago Ifel con il gettito Imu per vigilare sulle imposte locali. Pago per 4 anni ingiustame­nte cifre non dovute. Mi adopero personalme­nte per il recupero di queste somme e laddove vi sarà rimborso questo verrà comunque pagato da me l’anno successivo».

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