Lettera alla preside «Vattene e muori»
Roma, la lettera al liceo Socrate. Lei: ho sempre lavorato per il bene dei ragazzi
Un biglietto anonimo: «Vattene dalla scuola e muori». Destinataria la preside del liceo Socrate di Roma, che dice: «Ho lavorato per il bene dei ragazzi, rifarei tutto ciò che ho fatto». Indaga la Digos.
«Milena datte e mori», le hanno scritto («vattene e muori», ndr). Lei ha risposto: «Mancano 154 giorni al termine dell’anno scolastico e lì voi ed io dobbiamo arrivare... sul morire non posso dare rassicurazioni, ma sono certa che prima o poi mi toccherà».
Sembrerebbe quasi uno scherzo se non fosse che la destinataria del messaggio è una dirigente scolastica, Milena Nari, preside del liceo Socrate di Roma, e il foglio, arricchito di epiteti vari, è anonimo ed è stato compilato con le lettere ritagliate da un giornale, e fatto arrivare all’istituto alla Garbatella. Ora è in mano alla Digos che ha depositato una relazione in procura dove l’aggiunto Francesco Caporale ha avviato un’inchiesta. «Vediamo di arrivare vivi a giugno», dice la preside Nari al Corriere. E spiega che «chiederò il trasferimento ma sono contenta del lavoro fatto finora e se tornassi indietro non cambierei nulla». E poi: «Io penso solo al bene dei ragazzi, vorrei che venissero lasciati fuori da questa storia». Intanto, tutti — studenti, docenti e genitori — le hanno manifestato solidarietà. Ma il malumore corre tra i corridoi del liceo di via Giuliani. E non solo.
Un passo indietro. Una decina di giorni fa, gli studenti del Socrate, classico e scientifico con quasi mille ragazzi, hanno occupato la scuola. Motivo: il sovraffollamento. Dallo scorso anno il numero dei liceali è salito a 946: triplicate le prime classi, passate da 4 a 12. «In corridoio non si riesce a passare — raccontano i ragazzi — e poiché mancano le aule, ci spostiamo da una parte all’altra». Sembra infatti che lo scorso febbraio siano state accettate tutte le domande di iscrizione al Socrate con la garanzia che il posto per quei quasi 250 studenti in più ci sarebbe stato. Lo conferma la preside: «Non è stato detto no a nessuno, ho trasformato i laboratori in classi e tutti ci sono stati». Sì, però «siamo troppo stretti», protestano i ragazzi che dopo la loro occupazione hanno ottenuto almeno di far riavere un’aula professori ai loro insegnanti (tolta per trovare spazio per i nuovi arrivati) e la ricreazione in giardino.
Ma anche tra molti prof il sovraffollamento è stato vissuto come un’invasione. Lo stesso direttore scolastico del Lazio Gildo De Angelis si dice «molto arrabbiato»: «La preside Nari non ha rispettato le regole accettando molti studenti in più di quanti la sua scuola potesse permettersi e ora c’è un problema molto serio da risolvere, ci serviranno almeno 10-12 aule in più, dove le troviamo?». Sta provando a cercarle la Città Metropolitana di Roma, l’ex Provincia che ha la competenza sull’edilizia scolastica. Ma sarà difficile, spiega De Angelis, «che altre scuole accettino di dare i propri spazi dopo che la dirigente ha tolto loro tutti quegli iscritti, a quale scopo poi?». A giugno la Nari ha già detto che lascerà il Socrate. «Ha provocato un disastro e lascia il problema a qualcun altro — continua De Angelis —: io mi impegnerò per trovare una soluzione, ma lei ha fatto arrabbiare molte persone e sono convinto che quella lettera anonima non arrivi da uno studente».