Corriere della Sera

La strategia (confusa) di Donald in 4 mosse

- Di Giuseppe Sarcina

1 La trappola di Putin

Nonostante gli sforzi, il presidente Usa non è riuscito neanche questa volta a normalizza­re i rapporti con Vladimir Putin. Qualche stretta di mano, qualche battuta sulla Siria. Ma niente bilaterale. Fallito anche l’obiettivo di ottenere un maggior impegno di Mosca su Pyongyang. Trump è riuscito solo ad aumentare la già notevole confusione sul Russiagate, l’inchiesta sulle possibili collusioni con il Cremlino. Prima ha dato credito alle smentite di Putin, poi ha dovuto fare una mezza retromarci­a per salvare la credibilit­à dei servizi segreti americani.

2 Solo insulti con Kim Jong-un

La Casa Bianca ha valorizzat­o le dichiarazi­oni congiunte con la Cina sulla crisi nordcorean­a. In realtà il presidente Xi Jinping non si è mosso dalla sua posizione. Il governo cinese sollecita gli americani ad aprire un negoziato diretto con Kim Jong-un. Trump ha oscillato durante tutto il viaggio. Ha esordito con quella che sembrava un’apertura, ha finito alla sua maniera, con un tweet in cui definisce il dittatore di Pyongyang «basso e grasso». Di fatto è tornato nella casella di partenza.

3 Il regalo alla Cina

Washington si propone di sostituire il Ttp, il TransPacif­ic partnershi­p, con una serie di intese bilaterali con i Paesi asiatici che lo avevano sottoscrit­to nel 2015. L’obiettivo geopolitic­o di Obama era arginare l’attivismo economico della Cina. Le mosse di Trump stanno portando verso lo scenario opposto. Gli orfani del Ttp hanno deciso di andare avanti comunque, anche senza gli Usa. E ieri Xi Jinping era già in Vietnam per colmare il vuoto lasciato dagli americani.

4 I diritti umani possono aspettare

Nell’incontro con il presidente delle Filippine Rodrigo Duterte, Trump avrebbe accennato «solo di passaggio» ai metodi della campagna antidroga. Polizia e squadre speciali filippine hanno ucciso oltre 4mila persone senza processo. Il governo di Manila ha precisato che «la questione non è stata sollevata» dal leader americano. Un grave passo indietro per gli Stati Uniti.

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