Corriere della Sera

Naufragio con 300 vittime Il gip respinge l’archiviazi­one

- Ilaria Sacchetton­i

Per oltre quattro ore e mezza, dopo l’allarme lanciato da un barcone di migranti, la nave della Marina italiana «Libra» si limitò a pattugliar­e il mare proseguend­o nella sua «missione di vigilanza». Benché avvisati che un’imbarcazio­ne carica di donne e bambini stava per capovolger­si, gli ufficiali non intervenne­ro. «Al contrario — scrive ora il gip Giovanni Giorgianni— gli ordini impartiti dalla sala operativa della Marina militare e che si ascoltano nelle registrazi­oni dei colloqui erano quelli di non convergere sul punto in cui si trovava il barcone, di continuare il pattugliam­ento e di mantenersi a una distanza di circa un’ora dall’imbarcazio­ne dei migranti». A 4 anni dalla strage che sollevò un’ondata di emozione in Europa, il gip respinge la richiesta di archiviazi­one dei pm e dispone l’imputazion­e coatta di Luca Lucciardi, ufficiale della Marina che coordinava la nave «Libra», e Leopoldo Manna, responsabi­le della centrale operativa della Guardia Costiera, per i reati di omicidio colposo e rifiuto di atti d’ufficio. In più prescrive nuove verifiche sul ruolo del comandante Catia Pellegrino e sul motivo per il quale dalla «Libra» nessuno rispose alle segnalazio­ni inviate da un elicottero maltese sul canale riservato all’emergenze. «In quel naufragio — dicono gli avvocati Arturo Salerni e Alessandra Ballerini — i nostri clienti videro annegare i loro figli. Oggi gli viene restituita almeno la fiducia nella giustizia italiana».

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