La strategia di Genish Tim adesso negozia, si parte con Open Fiber
L’AgCom «Vogliamo far migrare gratis i clienti sulla fibra Ne stiamo parlando con AgCom»
È arrivato in Tim solo a luglio scorso, ma Amos Genish sembra avere già le idee piuttosto chiare su come riposizionare il gruppo. Quella del manager israeliano è una ricetta semplice che passa tutta per la tecnologia e segna la fine della fase di ristrutturazione «andata avanti per troppo tempo». Il rilancio prenderà corpo nel nuovo piano strategico che il ceo di Tim presenterà a marzo. Piano di cui la rete ultraveloce rappresenta l’ossatura. Genish vuole accelerare la penetrazione delle rete: «Oggi è sottoutilizzata — spiega — abbiamo oltre il 70% di copertura ma solo 1,7 milioni di clienti in fibra». Il manager vuole riuscire a far migrare «i clienti in Adsl su fibra, senza alcun costo, mantenendo anche lo stesso prezzo dei servizi». Si tratta di quasi 7 milioni di clienti. Per renderlo possibile «stiamo parlando con l’AgCom». La legge attuale non consente infatti il passaggio automatico. Ogni cliente deve accettare e firmare fisicamente per la migrazione: «È necessario capire come si può rendere più semplice e veloce questo passaggio». Passaggio che accelererebbe la convergenza tra telefonia e media creando la domanda. Che è poi l’obiettivo della joint venture tra Tim e Canal+, la piattaforma pay di Vivendi, primo socio del gruppo telefonico.
Tim vuole diventare «il principale abilitatore per la digitalizzazione del Paese» afferma Genish, al quale va riconosciuto il merito di aver sbloccato una situazione complessa, e rischiosa per l’azienda, ricominciando a parlare con il governo. «In passato i colloqui sono stati difficili — ammette —. Con il ministro Calenda ci siamo ascoltati reciprocamente e ho appreso delle preoccupazioni, in parte legittime, del governo per la sicurezza delle rete. Alcune cose sono già state fatte, anche sul golden power. Continueremo a parlarci e a collaborare sull’implementazione dei rimedi che il governo ha chiesto a Tim affinché non ci siano incomprensioni sull’applicazione del decreto».
La «convergenza» è un punto chiave dell’approccio di Genish, non solo dal punto di vista industriale. Il ceo di Tim sta cercando la convergenza con il governo, con l’AgCom e, se ci fossero le condizioni, è pronto a sedersi a un tavolo anche con Open Fiber. «Nessuno dei due ha avuto approcci con l’altro ma noi siamo aperti». E Tim è aperta anche a rafforzare l’attuale assetto delle rete «che oggi già assicura piena neutralità».
Genish non si sbilancia su un eventuale scorporo: «Tim ha bisogno del controllo della rete, che non vuol dire avere il 100% ma il controllo è necessario».