Theresa May attacca Putin «Fomenta disordine»
La premier durissima: ha militarizzato l’informazione
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
LONDRA Durissimo intervento di Theresa May contro le interferenze russe nelle democrazie occidentali. La premier britannica ha sfoderato toni che non si sentivano da anni e ha marcato un netto contrasto con Donald Trump, che nei giorni scorsi è apparso minimizzare le campagne di disinformazione orchestrate dal Cremlino.
Le parole del capo del governo di Sua Maestà sono arrivate dopo le notizie, che si susseguono a Londra da qualche settimana, sugli interventi di Mosca nella campagna per il referendum sulla Brexit: sia attraverso finanziamenti che attraverso incontri di personaggi legati al Cremlino con esponenti politici britannici, incluso Boris Johnson.
In un discorso al banchetto annuale del Lord Mayor della City, Theresa May ha accusato la Russia di «militarizzare l’informazione, dispiegando i suoi media di Stato per impiantare storie false e immagi- ni fotoshoppate nel tentativo di seminare discordia in Occidente e minare le nostre istituzioni». E ha ammonito Vladimir Putin che Londra non se ne starà a guardare: «Sappiamo cosa stai facendo. E non l’avrai vinta».
La premier britannica non si è limitata a lamentare la disinformazione di Mosca, ma l’ha inserita in un contesto di provocazioni di lungo periodo. «Le azioni russe — ha spiegato — minacciano l’ordine internazionale dal quale noi tutti dipendiamo». E quindi si è lanciata in un lungo catalogo degli atti di destabilizzazione ordinati da Putin: «Voglio essere chiara sulle dimensioni e la natura di queste azioni. L’annessione illegale della Crimea ha marcato la prima volta dalla Seconda guerra mondiale che una nazione si è impadronita con la forza del territorio di un’altra nazione in Europa. Da allora, la Russia ha fomentato il conflitto nel Donbass, ha ripetutamente violato lo spazio aereo di diversi Paesi europei e montato una continua campagna di cyber-spionaggio e sovvertimento, inclusa l’interferenza in elezioni e l’hackeraggio del governo danese e del Parlamento tedesco».
La May non ha fatto riferimenti espliciti al referendum sulla Brexit dell’anno scorso. Ma una ricerca della City University ha evidenziato 13.500 account automatici su Twitter che nel periodo prima del voto hanno postato messaggi a favore dell’uscita dalla Ue: salvo poi essere disattivati all’indomani del referendum. Ed è probabile che si trattasse di software controllati dai «guerrieri informatici» di Putin. Così come la Commissione elettorale sta indagando per capire da dove provenissero esattamente i copiosi finanziamenti dell’imprenditore Arron Banks, fondatore di Leave.Eu, un gruppo di pressione proBrexit.
Le relazioni fra Londra e Mosca sono ai minimi termini da più di dieci anni, da quando nel 2006 nella capitale britannica l’ex agente del Kgb Alexander Litvinenko, fuggito in Occidente, venne avvelenato col polonio radioattivo, verosimilmente su ordine del Cremlino. E in questi anni i caccia della Raf sono stati più volte lanciati all’inseguimento degli aerei militari russi, che si avvicinavano minacciosi allo spazio aereo britannico.
Una delle conseguenze non volute dell’uscita della Gran Bretagna dalla Ue sarà l’indebolimento in Europa del fronte che di più si oppone al revanscismo di Mosca: Putin lo sa bene ed è anche per questo che fa il tifo per la Brexit.