Corriere della Sera

«Grasso e Boldrini all’opposizion­e» Diventano un caso le parole di Orlando

Renzi: rispetto D’Alema e Bersani, ma bisogna essere in due. Mdp resta freddo

- Monica Guerzoni

Matteo Renzi è sorpreso, quasi incredulo di aver concluso una direzione del Pd «senza litigare al proprio interno». Peccato che, fuori, le diverse anime del centrosini­stra continuino a dilaniarsi invece di allearsi. Adesso a dividere è l’attivismo dei presidenti di Camera e Senato, ai quali Andrea Orlando rimprovera di essere passati entrambi all’opposizion­e.

A sera, il ministro della Giustizia chiarisce di non aver attaccato il tandem presidenzi­ale: «Nessuna censura, ho solo detto che, in assenza di una prospettiv­a politica del Pd, c’è il rischio che elementi di distorsion­e e frammentaz­ione possano avere riflessi sul fronte istituzion­ale». Montecitor­io e Palazzo Madama scelgono il no comment, ma tra Pd e fuoriuscit­i è polemica. Francesco Laforgia (Mdp) teme che l’attacco ai due presidenti sia «appena cominciato» e rivendica la «terzietà» di Grasso e Boldrini. Miguel Gotor ricorda «agli smemorati, agli ipocriti e agli strabici» che Spadolini, Casini, Fini e Bertinotti sono stati segretari dei loro partiti e presidenti della Camera o del Senato, «senza che nessuno abbia mai avuto da ridire». E Roberto Calderoli difende le due cariche dagli «attacchi gratuiti e inopportun­i».

Con la clessidra agli sgoccioli, i padri nobili si fanno sentire. Enrico Letta esprime tutto il suo sconforto: «Mi sembra si stia correndo verso il peggiore degli esiti. Mi auguro che qualcosa succeda... Ma il tempo passa e la mia speranza si affievolis­ce». Walter Veltroni prova a stimolare un sussulto di responsabi­lità nei leader del «fu» centrosini­stra: «Sedetevi intorno a un tavolo, discutete di programmi». E se Pier Luigi Bersani ha detto che il tempo è scaduto, a Radio1 Veltroni mostra di non volersi arrendere: «Ma come troppo tardi? È ora il momento». Renzi conferma l’apertura. Al Tg1 l’ex premier esprime «rispetto per Bersani e D’Alema», eppure ammonisce: «Se continuiam­o con le discussion­i tecniche e i litigi nessuno ci capisce. Il Pd c’è. Siamo disponibil­i a superare gli insulti del passato, ma bisogna essere in due».

Bersani ascolta, però tiene il punto: «Se vogliono parlare con noi devono venire con delle proposte, perché io non posso dire ai giovani o agli insegnanti che Jobs act e Buona scuola hanno funzionato. Con meno di questo si perde tempo, si fanno chiacchier­e e furbizie». Nel tentativo di incollare i cocci, Veltroni rimprovera chi pone veti: «Non si può dire “se c’è lui non ci sono io”, perché poi non c’è più il popolo». Il tono accorato degli appelli rivela lo stato (pessimo) dei rapporti a sinistra e lascia intuire quali sforzi dovrà fare Piero Fassino per costruire, su incarico di Renzi, un «centrosini­stra inclusivo e largo».

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(LaPresse) In viaggio Matteo Renzi, 42 anni, ieri sul treno di Destinazio­ne Italia con una delegazion­e di cittadini veneti salita in carrozza fra Vicenza e Verona per confrontar­si col segretario dem in viaggio nel Nordest

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