La missione del «pontiere» Fassino parte da Prodi
Oggi conta di vedere anche Pisapia Entro domenica tutti i colloqui
Piero Fassino si è già messo all’opera. L’ex segretario dei Ds, incaricato da Matteo Renzi di curare i rapporti con la sinistra, lunedì sera e poi di nuovo ieri ha sentito Giuliano Pisapia (i due potrebbero incontrarsi già oggi, ma ancora non hanno fissato un incontro), ha parlato al telefono con Roberto Speranza, ha inviato un sms a Pippo Civati e ha deciso di contattare anche Nicola Fratoianni.
Non vuole lasciare nessuna strada intentata, Fassino, per questo motivo ha deciso di incontrare anche quell’area della sinistra che ha già fatto sapere di non essere interessata a un accordo con il Partito democratico. Ma il colloquio più importante l’ex segretario dei Ds dovrebbe averlo oggi con Romano Prodi. I due hanno mantenuto negli anni un buon rapporto e Fassino, senza voler tirare per la giacchetta l’ex fondatore dell’Ulivo, vorrebbe sentirlo e avere con lui uno scambio di idee, pronto a raccogliere eventuali suggerimenti.
Del resto, a Prodi guarda ancora anche Giuliano Pisapia, convinto com’è che il professore, nella sua qualità di padre nobile del centrosinistra, potrebbe esercitare nei confronti di tutti i protagonisti di questa vicenda politica la forza della sua autorevolezza per allentare le tensioni e risolvere le difficoltà.
Intanto Fassino ha deciso di procedere di qui a domenica con una serie di colloqui informali: «Sarà — spiega l’ex segretario — un primo giro di colloqui interlocutori per capire se ci possono essere dei punti programmatici comuni e se c’è la volontà di procedere insieme. Finora ci siamo parlati attraverso le interviste, ora potremo farlo finalmente guardandoci negli occhi».
Fassino ribadisce che da parte del Pd «non c’è nessuna preclusione». «L’unico elemento dirimente — sottolinea — è la convergenza programmatica: non si può trovare un’intesa solo perché si è tutti di centrosinistra». Dunque l’ex segretario dei Ds, nella sua veste di «esploratore» vuole innanzitutto «verificare i gradi di convergenza». Appare determinato, Fassino, ma anche speranzoso, benché non si nasconda la difficoltà dell’impresa.
Con Mdp, Possibile e Si il dialogo è pressoché impossibile. Ieri i tre partiti meditavano di mandare all’incontro con l’ex segretario ds una delegazione unitaria guidata da Guglielmo Epifani. Ma non mostravano nessun segnale di apertura. «Tanto con loro non ci andiamo», tagliava corto Davide Zoggia. E Alfredo D’Attorre
spiegava ad alcuni colleghi del Pd: «Siamo consapevoli che non facendo un accordo con il Partito democratico prenderemo meno seggi, ma politicamente per noi un’intesa è impossibile».
Fassino però non è tipo da demordere: «È il grande paradosso della sinistra. Tutti invocano sempre l’unità e poi nel nome di quella stessa unità si dividono». Perciò l’ex segretario dei Ds va avanti e non si ferma di fronte alle difficoltà, convinto com’è che occorra «decidere se si vuole essere una sinistra di governo o di pura testimonianza».
Dopo questa prima fase di colloqui informali al Nazareno si trarranno le somme e si procederà a veri e propri incontri formali tra delegazioni per discutere le possibili intese programmatiche con le forze che, come spiega Fassino, «hanno dimostrato la loro disponibilità». Non è dato sapere al momento se tra queste ci sarà anche Campo progressista. Ieri filtravano le voci più disparate. C’era chi parlava di una Boldrini pronta a correggere il tiro con il Partito democratico, rispetto alla chiusura di domenica scorsa. E chi invece sosteneva che Pisapia alla fine non solo non si presenterà all’incontro con Fassino ma addirittura non farà più una lista sua, lasciando così che chi lo ha seguito finora decida con chi andare (se con il Pd o con Mdp).
Mentre l’ex segretario dei Ds gioca la sua difficile partita a sinistra nella speranza di allargare il più possibile la coalizione, Lorenzo Guerini sta invece incontrando i potenziali alleati centristi. Su quel versante sembrano esserci minori problemi. Ieri la ministra Beatrice Lorenzin ha aperto a una possibile coalizione. È probabile che a quel punto Alternativa popolare si spacchi, ma una fetta di quel partito andrà con il Pd.
I passi Dopo questa prima fase preliminare si passerà al tavolo formale al Nazareno Con i centristi Guerini incontrerà i potenziali alleati centristi. Lorenzin ha già aperto