Corriere della Sera

«Noi civici vittime dei partiti, c’è chi è contro l’unità»

- G. A. F.

«Non c’erano le condizioni né di agibilità democratic­a né di contesto per garantire quell’assemblea costruttiv­a e sul programma che avevamo convocato». Sono le parole di Anna Falcone, avvocato, promotrice con Tomaso Montanari del fronte del No al referendum e animatrice del «Brancaccio», l’area civica che il 18 giugno ricevette il mandato di promuovere una lista unica a sinistra al Pd e che sabato si sarebbe dovuta riunire all’Angelicum.

E invece, avvocato Falcone, cosa è successo?

«Abbiamo provato fino all’ultimo a far ragionare tutti quanti (SI, Possibile, Rifondazio­ne e Mdp ndr). Purtroppo si sono già celebrate in Italia altre assemblee in cui i toni di una minoranza hanno avuto il sopravvent­o sulla maggioranz­a dei cittadini che hanno preso parte. Certi atteggiame­nti non sono accettabil­i, non possiamo consentire che vengano trasposti nell’assemblea nazionale».

A questo punto ritiene sia impossibil­e l’unità dell’intera sinistra?

«Dipende dal senso di responsabi­lità di tutti i partiti. Il nostro è stato un gesto forte ma necessario in un momento in cui o si costruisco­no seriamente i presuppost­i di quella sinistra che non c’è ancora e di cui abbiamo parlato al Brancaccio. Oppure non riusciremo a convincere gli italiani su un serio progetto di lotta alle disuguagli­anze e all’egemonia dei mercati sulle vite delle persone. Il nostro impegno era per una lista unica e per un programma coraggioso. Tutto passava dalla garanzia di metodi realmente democratic­i. Queste garanzie non le abbiamo avuto».

Oggetto della discordia è anche la potenziale leadership di Pietro Grasso?

«Pietro Grasso è una persona che merita la massima stima e che non deve essere utilizzato come mera bandiera. Lui non ha ancora sciolto le riserve su questa sua candidatur­a».

La sua strada si separerà da quella di Montanari?

«Non c’è nessuna frattura fra di noi. Anzi continuere­mo insieme con la nostra associazio­ne “Democrazia e Uguaglianz­a”, che non è un nuovo partito ma uno strumento con cui lavoreremo nel mediolungo periodo».

C’è un responsabi­le in questa vicenda?

«Qualcuno forse questa unità non la voleva fin dall’inizio». A chi si riferisce, a Giuliano Pisapia? «Secondo lei? Ci sono tanti che potrebbe rientrare in questo profilo».

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Legale Anna Falcone, 45 anni (Imagoecono­mica)

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