Volti nuovi e «veterani» L’esame di FI ai candidati
Èfissata per oggi la prima riunione della commissione elettorale di Forza Italia per esaminare le possibili candidature. In discussione i nomi per le Politiche e quelli per le Regionali di Lombardia e Lazio. A creare fibrillazione dentro a FI sono intanto le notizie (smentite dalla segreteria del leader) di «casting» ad Arcore per cercare volti nuovi. Il talent scout a fianco di Silvio Berlusconi sarebbe Francesco Ferri, imprenditore brianzolo, ex vicepresidente dei giovani di Confindustria. Ormai Ferri sarebbe entrato nelle grazie del leader per l’intraprendenza, la preparazione e i buoni contatti con la classe imprenditoriale. Avvocati, industriali, ingegneri, tutti in fila a villa Gernetto per sperare di essere inseriti nelle liste. «Ma no — replica lui — abbiamo semplicemente fatto
Talent scout Un ruolo nel casting lo avrebbe il manager Francesco Ferri. Ma lui nega: mi occupo di idee
un centro studi del pensiero liberale che si occupa di progetti e contenuti. Il mio semmai — ironizza — è un casting delle idee». E allora qual è la missione di Ferri? L’imprenditore la mette così: «Il mio centro studi liberale, costituito da diverse persone che provengono dal mondo produttivo e da quello delle professioni, lavora a diversi temi: dall’impianto della riforma fiscale allo sviluppo dei territori. Seguiamo da vicino anche le start up, il welfare. Siamo un centro studi. Tutto qui». Il think tank «è nato come incontro di una serie di professionisti e imprenditori che volevano mettere a fattore comune alcuni progetti di stampo del liberale per il futuro del Paese». Ma il gotha del centro studi scenderà in campo alle elezioni? «Noi abbiamo le nostre professioni. Il fatto di voler dire quello che è necessario per lo sviluppo del Paese non significa scendere in campo. Più semplicemente consegniamo alla politica il nostro contributo». Intanto Ferri ormai starebbe fisso a Arcore al punto da essere considerato uno dei consiglieri più ascoltati dall’ex premier. «Ma no», sorride. «Mi è capitato di andare talvolta, tutto qui. È fisiologico avere una interlocuzione con la politica. Siamo liberali e il presidente Berlusconi è uno dei nostri riferimenti. Le dico una cosa: noi stiamo al nostro posto». Ma si candiderà? «No, non è mia intenzione».