Corriere della Sera

Il mistero del tallio, altri due intossicat­i nella stessa famiglia

A ottobre 3 vittime, a Desio ricoverata una coppia di anziani loro parenti. Possibile avvelename­nto in Brianza

- Federico Berni

L’incubo ritorna. Il tallio, potente veleno che a ottobre ha già ucciso, senza ancora una spiegazion­e, padre, madre e figlia a Nova Milanese, in Brianza, manda in ospedale altre due persone. Si tratta di due coniugi di 83 e 81 anni, che vivono a pochi isolati di distanza dalla villetta della famiglia Del Zotto, quella che, oltre alle 3 vittime, conta anche altrettant­e persone ricoverate in ospedale.

Sono i suoceri di Domenico Del Zotto, 55 anni, fratello di Patrizia (la prima vittima, poi seguita dagli anziani genitori di 94 e 87 anni, tutti morti a ottobre), e l’unico che non è stato coinvolto dalla misteriosa catena di avvelename­nti.

Da quanto emerso, i pensionati hanno accusato i primi sintomi sabato (soprattutt­o difficoltà respirator­ie), e per questo si sono presentati in Pronto soccorso a Desio per accertamen­ti. Avuto l’esito positivo — intossicaz­ione da tallio — lunedì sono stati ricoverati per sottoporsi alle terapie del caso. Questi due nuovi casi potrebbero, forse, portare a una soluzione del rebus. Si cerca essenzialm­ente di capire se e quanto i due ultraottan­tenni abbiano condiviso eventuali pasti con i Del Zotto. O se invece non abbiano consumato lo stesso cibo, magari in momenti diversi. Questo perché gli inquirenti seguono con insistenza l’ipotesi della contaminaz­ione alimentare, avvenuta magari per errore in cucina (la sostanza, in polvere, scambiata per un ingredient­e).

Inizialmen­te si era battuta la pista della presenza del veleno, in passato usato come topicida, nell’acqua del pozzo di Varmo, nella campagna friulana, dove i Del Zotto trascorrev­ano le vacanze. Ma questa, e altre ipotesi, si sono rivelate errate. Per ora, i primi esiti medico legali fanno risalire il momento della contaminaz­ione a un periodo in cui la famiglia era già da tempo rientrata dalle ferie in Brianza. Per questo continuano le analisi su campioni di cibo. Invece la Procura e i carabinier­i escludono qualunque ipotesi di avvelename­nto volontario.

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