Corriere della Sera

UNA RIFORMA «SENZA CONFINI» PER IL PARLAMENTO EUROPEO

Elezioni Per una parte dei seggi che verranno lasciati liberi dalla Gran Bretagna la scelta migliore è quella di liste transnazio­nali, guardando a un futuro comune

- di Sandro Gozi, Nathalie Loiseau e Jorge Toledo

La Brexit è una decisione che ci rammarica, ma che rispettiam­o. E siamo impegnati a lavorare per un’uscita ordinata attraverso i negoziati che Michel Barnier sta conducendo a nome dell’Unione. Lasciando l’Unione Europea, escono dal Parlamento anche i 73 eurodeputa­ti britannici. La domanda è: cosa fare con i loro seggi nel 2019? Tre sono le opzioni possibili (che non si escludono l’una con l’altra). Possiamo eliminarli — totalmente o parzialmen­te —, dividerli tra i rimanenti 27 Stati membri in numero proporzion­ale alla popolazion­e di ciascun Paese, oppure possiamo usarli — tutti o in parte — per creare un collegio elettorale unico per tutta l’Unione Europea. Noi, i ministri responsabi­li degli Affari europei nei nostri rispettivi Paesi, vogliamo creare delle liste transnazio­nali, passo decisivo per sviluppare quella politica transnazio­nale europea profetizza­ta anni fa da Marco Pannella. Proponiamo cioè che almeno una trentina di seggi vengano utilizzati per liste transnazio­nali da votare in una circoscriz­ione europea, tenendo pienamente conto della diversità politica e geografica dell’Unione. Oggi la nostra cittadinan­za europea è incompleta. Abbiamo un Parlamento europeo, eletto a suffragio universale e dei deputati, scelti non per la loro nazionalit­à ma per il loro progetto politico, ma la modalità d’elezione e la campagna elettorale europea rimangono troppo limitati e circoscrit­ti a dibattiti nazionali. Certo una trentina di seggi non sconvolger­à certamente gli equilibri politici del Parlamento europeo. Non modificher­à d’incanto le abitudini degli elettori, che potranno inserire una scheda elettorale in più nell’urna il

Prospettiv­a Questo ambizioso progetto può essere realizzato senza bisogno di rivedere i trattati

giorno delle elezioni e potranno così scegliere anche tra liste europee, paritarie, che raggruppan­o candidati di almeno sette differenti nazionalit­à. Ma permetterà di ricordare — ed è il punto essenziale — che il Parlamento europeo rappresent­a l’interesse europeo, non l’aggregazio­ne di 27 interessi nazionali. Il legame tra i popoli e le istituzion­i europee si è progressiv­amente sfilacciat­o e l’Europa è spesso percepita come lontana e tecnocrati­ca. Ora abbiamo voltato pagina. I nostri governi si impegnano a favore di una rifondazio­ne del progetto europeo. Dobbiamo, come ha fatto il presidente Macron alla Sorbona, ricordare che «l’essenza del progetto europeo, è la democrazia». Questo rinnovamen­to passa certamente attraverso la creazione di liste transnazio­nali a partire dalle elezioni europee del 2019. Quest’ambiziosa riforma può essere messa in atto senza rivedere i trattati, inserendol­a nell’atto elettorale, di cui stiamo già negoziando la revisione. In realtà, c’è solo bisogno di volontà politica. Diamo più forza e peso ad un autentico spazio pubblico europeo eleggendo le donne e gli uomini che, al di là della loro nazionalit­à,

Una scelta in più Compiamo un atto coraggioso: osiamo il Ventunesim­o secolo della democrazia

incarnano la nostra volontà politica di costruire l’unità europea nella diversità. Compiamo un atto coraggioso: osiamo il Ventunesim­o secolo della democrazia. Osiamo delle liste politiche europee transnazio­nali. Diamo a ciascun europeo una scelta in più per l’Europa. Sottosegre­tario per le Politiche e gli Affari europei dell’Italia Ministro dell’Europa e degli Affari esteri della Francia Segretario di Stato agli Affari europei della Spagna

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