Corriere della Sera

«Il mio papà di 87 anni ci insegna l’ottimismo»

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Caro Pepè, fra poco festeggere­mo il tuo 87° compleanno. Avessi tempo, mi piacerebbe organizzar­e per te ogni giorno una grande festa. Poi lo so, ti basta poco, perché il sole lo hai dentro da sempre. A dire la verità, il regalo lo fai tu a ognuno di noi — io, mamma e gli altri quattro fratelli — con i tuoi sorrisi e la tua meraviglio­sa originalit­à. Sei unico, in tutti i sensi. Anche ora, nonostante la memoria ti stia abbandonan­do sempre di più, riesci comunque a mantenere quella sensibilit­à che è di pochi. Come è successo l’altro giorno, in auto, mentre ti portavo a Monza, dal tuo cugino dentista. Lì, col sottofondo della musica jazz che ami tanto, mi hai detto: «È bellissima la nostra esistenza! Al di là dei dolori e delle fatiche di tutti i giorni, essere venuti al mondo è stata una fortuna. E basta poco, una musica, un albero o guardare il cielo per ritrovare ogni volta la voglia di affrontare tutto». La fortuna è stata mia ad averti, caro Pepè, padre e amico mio, genio e sregolatez­za, uomo grande nella tua fantastica semplicità, nel tuo immenso amore. Mi hai insegnato — e mi insegni ancora — la lealtà e l’onestà, ma anche che la vita deve essere affrontata con la giusta leggerezza, cogliendo di ogni attimo il lato migliore. Saper sorridere sempre, che non significa non essere seri, ma ottimisti. Non finirò mai di ringraziar­ti e di volerti bene, mio vero maestro. Un abbraccio forte e tanti auguri affettuosi. tuo figlio

Pasquale

Ospitiamo la lettera d’amore di un figlio al padre per la festa del suo compleanno

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