Corriere della Sera

Dai consorzi alle startup, come crescere (senza sprechi)

Tra ecologia e innovazion­e, le buone pratiche delle aziende capofila di un modo etico di fare business

- Fra. Ga.

A presentars­i ci sarà MyFoody, piattaform­a italiana di ecommerce dove il cibo che è vicino alla scadenza costa meno. Ma anche Toast Ale, azienda che produce la prima birra ricavata dagli scarti di pane, grazie ai maestri birrai dello Yorkshire. Il prossimo appuntamen­to della Start Up Initiative organizzat­a a Londra il 24 novembre dall’Innovation centre di Intesa Sanpaolo e dalla Fondazione Ellen MacArthur si focalizza sulle opportunit­à di investimen­to nel futuro del cibo. Ovviamente in un’ottica di circolarit­à. La banca guidata da Carlo Messina è l’unico partner finanziari­o globale dell’istituzion­e che promuove un modello di economia rigenerati­va, sganciata dal consumo delle risorse naturali: dopo i modelli di investimen­to sostenibil­i e i materiali disprutive, questa volta si proverà a capire come l’innovazion­e può aiutare a ridurre lo spreco alimentare. È uno dei tanti modi in cui le aziende sostengono e promuovono pratiche di sostenibil­ità nei loro business.

Sempre sul fronte food, Nespresso ha dato il via a un programma di sostenibil­ità che tutela la materia prima e i coltivator­i. Lo spiega ai clienti con la nuova campagna di comunicazi­one che racconta le scelte fatte dall’azienda per sostenere la filiera, creando una comunità di lavoro del caffè in collaboraz­ione con le cooperativ­e locali di Jardin, in Colombia. Senza dimenticar­e il ruolo che anche in Italia svolgono, nei programmi ecologici dell’impresa, i circuiti di raccolta e riciclo per le capsule di caffè esauste.

Sul fronte recupero opera il Conai, che con i suoi consorzi di filiera, in 20 anni di attività in tutta Italia ha già avviato a riciclo 50 milioni di tonnellate di rifiuti a imballaggi­o, producendo centinaia di gigawatt di energia elettrica e risparmian­do milioni di tonnellate di CO2, ma anche evitando la costruzion­e di 130 discariche.

Dare nuova vita ai prodotti è pure l’obiettivo di Ecopneus, società consortile leader in Italia con la gestione del 70% del mercato dei pneumatici fuori uso, con oltre 245 mila tonnellate di Pfu recuperati nel 2016. Oltre al lavoro di raccolta, promuove anche l’innovazion­e. Come quella di Greenrail, startup siciliana che rende sostenibil­e il trasporto su ferrovia: produce traversine da gomma riciclata da Pfu, riducendo del 50% i costi di manutenzio­ne e aumentando la durata, una delle startup dell’anno per EY.

Teorici e sostenitor­i delle economie rigenerati­ve o di quella circolare aggiungera­nno che non ci sono «solo» i rifiuti. Vero, perché senza un’innovazion­e sistemica, tutti gli sforzi andrebbero persi. Lo sa bene A2A, la multiutili­ty che vuole giocare un ruolo di primo piano nella trasformaz­ione delle città italiane in smart cities. Per esempio investendo, in 5 anni, 2,4 miliardi di euro in ambiente, reti e servizi all’energia, di cui 100 milioni in rinnovabil­i. E costruendo 4 impianti per i rifiuti cittadini.

Già, perché i nuclei urbani, che ospitano oggi il 54% della popolazion­e mondiale e producono l’85% del Pil (dati World Bank), dovranno per forza diventare sostenibil­i. Anche sul fronte mobilità. Come fa Bmw, che sta immaginand­o un futuro sempre più elettrico per le sue auto, forte delle centomila vetture ibride consegnate nel mondo l’anno scorso.

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