Italiani orfani e liberi di tifare indecisi tra Argentina e Islanda
Brasile sempre di moda, le donne per il Portogallo di CR7
Un quesito di natura esistenziale ci sta per attanagliare. Ora che il futuro è scritto, con l’Italia esclusa dai Mondiali, certificato che il Paese non si fermerà più per le consuete sedute pizza e birra gelata sul divano in compagnia di familiari-amici-amici degli amici a cantare l’inno e inveire contro l’arbitro, per chi faremo il tifo davanti alla tv?
Se la passione per gli azzurri è il collante di un popolo altrimenti diviso su tutto, dalla politica al Grande Fratello vip, 120 milioni di occhi saranno liberi, a partire dal 14 giugno prossimo, giorno d’inaugurazione del Campionato mondiale di Russia, di incollarsi davanti alla Nazionale più gradita. Certo, si suppone che non ci saranno trombette da suonare, sciarpe da sventolare, macchine in doppia fila davanti ai bar con il maxischermo. Ma ognuno di noi ha una squadra da portare nel cuore.
Per dire, i bambini che alla PlayStation prima di scegliere la squadra da schierare, decidono il campione a cui affidarsi per partite infinite, è facile immaginare che inciteranno Messi, l’idolo trasversale che con le sue magie fa sognare.
Le donne se proprio costrette a passare una serata davanti alla tv per chi proveranno simpatia? Alzi la mano chi non crede che la nazionale prescelta sia il Portogallo di Cristiano Ronaldo che si sarà anche imborghesito diventando da poco papà per la quarta volta, ma conserva addominali che suscitano
Bergomi Per me la seconda squadra è sempre il Brasile, poi in Europa ho simpatia per la Germania
pur sempre un certo interesse.
E il popolo maschile adulto? Be’, in questo caso gli indirizzi sono mutevoli. Per gli juventini, abituati da due lustri a identificare in Buffon e Chiellini i totem di riferimento, l’Argentina di Dybala e Higuain sarà probabilmente la squadra da spingere verso la finale. Gli interisti sono divisi fra la Croazia di Perisic e l’albiceleste di Icardi (ma il c.t. argentino riuscirà a metterli in campo tutti?). Poi certo ci sono le eccezioni. Ad esempio Beppe Bergomi, stremato da una giornata al telefono con mezzo mondo («poiché l’eliminazione dell’Italia ha fatto poco notizia mi hanno chiamato da Cile, Belgio, Stati Uniti, Emirati Arabi») non lega il tifo alla nazionalità dei campioni nerazzurri. «Siccome sono diversamente giovane, per me la seconda squadra è sempre stata il Brasile da quando ero un bambino. E per restare nei confini europei la Nazionale per cui provo simpatia è la Germania. Mi ricordo l’estate del 1974: ero con l’oratorio in montagna e tutti i bambini impazzivano per l’Olanda di