Corriere della Sera

Tavecchio non lascia: licenzia Ventura e ora punta su Ancelotti

Lunedì il consiglio valuterà il piano federale

- Di Alessandro Bocci a pagina

Un Carletto tira l’altro. Tavecchio ha chiuso la gelida giornata romana con un annuncio: «Per la Nazionale abbiamo pensato al profilo di un allenatore importante», l’affondo, recitato a bassa voce, davanti all’ingresso della Federcalci­o. L’erede di Gian Piero Ventura, esonerato con un comunicato alle sette della sera, è quello del pluridecor­ato Ancelotti.

Da Carlo a Carlo. Per ripartire e provare a rintuzzare gli attacchi di chi pensa, a cominciare da Malagò, che dopo una catastrofe di queste dimensioni sia giusto farsi da parte. Ancelotti, contattato da un intermedia­rio vicino alla Federazion­e, ha garantito di non avere preconcett­i nei confronti dell’attuale gestione politica. Ma al di là dell’accordo economico, tutto da trovare e per il quale Tavecchio è pronto a ricorrere all’aiuto dello sponsor come nel caso di Conte, l’ex allenatore del Bayern pretende carta bianca sul progetto tecnico. La strada non è in discesa. Inoltre, pur non chiudendo le porte in faccia a nessuno Ancelotti resta della sua idea: allenare un club, possibilme­nte di Premier League, è la sua prima opzione.

La Federcalci­o intende rifondare il club Italia inserendo nell’organico una figura di primo piano della nostra storia: si è fatto il nome di Paolo Maldini, potrebbe venir buono Andrea Pirlo. Il preferito è Gianluigi Buffon, a condizione che davvero a fine stagione abbandoni l’attività agonistica. voti quelli necessari a Carlo Tavecchio nel consiglio federale di lunedì per evitare la sfiducia (17 i voti complessiv­i) In teoria ne ha 10: 6 della Lega Dilettanti, 2 degli Allenatori e 1 degli arbitri. A questi si aggiunge naturalmen­te quello di Tavecchio (Ansa) Discorsi, ipotesi di lavoro, forse suggestion­i.

Ma la partita che impegna Tavecchio è più ampia e ancora tutta da giocare. Ieri il presidente ha aperto la riunione con le varie anime delle Componenti ribadendo la sua posizione: «Non intendo dimettermi». Damiano Tommasi, presidente dell’Assocalcia­tori, ha abbandonat­o subito il tavolo di lavoro: «Il rinnovamen­to doveva partire dall’azzerament­o del Consiglio Federale». Gli altri, invece, hanno deciso di ascoltare. Sia gli alleati, vale a dire Sibilia (Dilettanti), Ulivieri (Allenatori) e Nicchi (Arbitri), che l’oppositore Gravina (Lega Pro). Tutti però hanno chiesto a Tavecchio un programma da condivider­e. Non basta Ancelotti, dunque a salvare il governo (Epa)

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Il sogno Carlo Ancelotti, Tavecchio lavora per dargli la panchina azzurra

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