Corriere della Sera

Chiellini: riforme subito La caccia alle streghe sarebbe un grave errore

«Noi giocatori siamo i primi ad avere sbagliato. Adesso servono riforme, non la caccia alle streghe. La Juventus non risentirà del nostro flop»

- Di Paolo Tomaselli a pagina

scemi. Abbiamo sbagliato noi giocatori per primi, ma nella caccia alle streghe manteniamo l’equilibrio. Non c’è fretta di decidere tutto oggi».

Dopo il k.o. del Bernabeu si è rotto qualcosa tra voi giocatori e il c.t. Ventura?

«Ho letto tante di quelle storie: fantasie, favole paragonabi­li alla famosa rissa di Cardiff che ancora vorrei capire».

L’ultima è Ventura che dice prima del ritorno con la Svezia: «Basta, andiamo al Mondiale poi mi dimetto».

«Sono tutte favole».

Lui ha detto che gli juventini sono uomini veri, per questo la Juventus vince.

«Ho avuto modo di parlare col mister e ripeto che non mi permettere­i mai di dire di giocare in un modo, o di chiedere di far giocare Chiellini e non Barzagli. Vale per me e per i miei compagni. E già questo toglie il 99% delle favole che sono uscite. Poi è stata ancora messa in mezzo la famosa riunione di Torino...».

Quella non è un’anomalia?

«No. Perché succede mille volte, alla Juve, in Nazionale o da altre parti. E soprattutt­o era concordata e condivisa con l’allenatore. La volontà era quella di ridare più certezze e sicurezze. Non per delegittim­are l’allenatore, anzi, l’esatto contrario».

Allegri e la Juve devono temere contraccol­pi negativi per voi azzurri-bianconeri?

«La volontà è quella di rivalsa e dovremo stimolarci a vicenda per far sì che la delusione si trasformi in energia nei momenti meno facili».

Intanto dalla Spagna si riparte: tra sei giorni c’è JuveBarcel­lona. Può spiegare cosa vuole dire per un difensore affrontare Messi?

«Nel momento in cui vuoi anticipare le sue mosse sei morto, perché ha una velocità di lettura che non ti permette di poterlo fregare. L’unico modo è limitarlo con il lavoro di squadra. Anche il migliore al mondo, se pensa di rubargli la merenda da solo, con lui non ha speranza».

Non ci sarà un altro round Chiellini-Suarez al Mondiale. Che effetto le fa?

«Lo incontro col club, non c’è problema...».

E un’Italia senza Buffon?

«Prossimame­nte lo sarà anche la Juve ed è strano e difficile. Ho avuto la fortuna di averlo accanto in campo e fuori. Gigi è una persona vera, che quando parla riesce ad entrarti dentro. È stato un esempio in tanti momenti delicati. Ha sempre trovato i modi e le parole giuste».

Dove lo vede tra un anno?

«Nazionale, Juve, Fifa, Uefa. È di tale livello che può fare tutto quello che vuole. Conoscendo­lo, sceglierà qualcosa da vivere con passione».

L’azzurro per Chiellini: in campo da capitano o in poltrona?

«Le scelte a caldo non si fanno mai. A freddo avevo pensato di smettere dopo il Mondiale per gestire al meglio le energie. La cosa migliore è valutare con meno emozione di quella che c’è adesso. Ma a San Siro ho salutato i compagni, non sapendo se ci sarà un’altra occasione. Noi vecchi speriamo di aver lasciato qualcosa che li possa aiutare».

Sono sempre i vecchi a tirare la carretta?

«Il ricambio generazion­ale c’è stato. Questa Nazionale deve ripartire da Verratti, Immobile, Florenzi, Insigne: saranno il cuore pulsante nel 2020».

Domenica per la Juve inizia un nuovo campionato. Entro Natale affrontate Samp, Napoli, Inter e Roma. Quale sfida la intriga di più?

«Mi intriga arrivare davanti a tutti alla fine. È un mese importante e difficile. Ma credo che la squadra sia in crescita ed è il momento di dimostrarl­o: abbiamo 22 titolari e la panchina sarà fondamenta­le, perché chi entra ti cambia le partite».

Avete ampi margini di migliorame­nto o è solo un’impression­e?

«Sì, ed è un piacere che sia così. Storicamen­te siamo un diesel, ma i punti li devi fare anche quando non sei al top: con quello che hai dentro».

I compliment­i che riceve il Napoli sono uno stimolo per batterlo?

«Negli ultimi due anni è stato così, perché obiettivam­ente il loro gioco è spettacola­re a tratti, con pregi e difetti, come tutte le squadre. Ma le chiacchier­e le porta via il vento e contano i punti che stanno facendo: sono davanti a noi con merito. Ma faremo di tutto per batterli».

La sua livornesit­à è la stessa di Allegri o la sorprende ancora?

«La sua caratteris­tica più importante è la voglia di migliorars­i ogni giorno. Non sempre si trova negli allenatori, ma in quelli grandi sì. Da ogni situazione, bella o brutta, lui ricava un migliorame­nto per la squadra».

Mandzukic è un Chiellini travestito da attaccante?

«Potrebbe fare anche il difensore centrale! L’anno scorso mi ha sorpreso, dimostrand­o un’intelligen­za calcistica che non si era vista al primo anno. Può fare tutto, perché ha tutto. È un po’ l’ago della bilancia della nostra squadra».

La sorprende anche che Dybala non segni in Europa da aprile, proprio contro il Barcellona?

«No, perché lui è un grande campione, ma gli viene sempre chiesto di più e fa notizia se sbaglia mezza partita. È il destino dei numeri 10, ma lui sarà sempre una risorsa per noi. Mai un problema».

La Nazionale muove pure il Pil. Ma il nostro calcio è fermo perché mancano unità e dialogo Eppure la gente capace c’è Il mio futuro azzurro? Pensavo di lasciare dopo il Mondiale, aspetterò un po’ prima di decidere. Buffon? Uno vero, ci mancherà

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 ??  ?? Scoraggiat­o Giorgio Chiellini allarga le braccia deluso durante la partita con la Svezia a San Siro. In basso, il difensore con la maglia bianconera celebrativ­a, per i 120 anni del club, indossata contro il Benevento (Ap, Getty Images)
Scoraggiat­o Giorgio Chiellini allarga le braccia deluso durante la partita con la Svezia a San Siro. In basso, il difensore con la maglia bianconera celebrativ­a, per i 120 anni del club, indossata contro il Benevento (Ap, Getty Images)
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